Le tradizionali lampade ad incandescenza stanno progressivamente sparendo, e si stanno affermando di prepotenza quelle a risparmio energetico, grazie anche alla graduale messa al bando di lampadine tradizionali da parte dell’Unione Europea, a partire da Settembre 2009. Le nuove lampade a basso consumo permettono un risparmio energetico considerevole, costano poco e durano molto di più: risultano superiori da tutti i punti di vista. Non sono però tutte uguali: la grande maggioranza sono di tipo “Lampada fluorescente compatta (CFL)”, ma ultimante si stanno affermando sempre più, grazie anche alla riduzione dei costi, le lampade a LED. In quest’articolo vi parlerò proprio di queste ultime, e dei notevoli vantaggi, economici ma non solo, che hanno.
Una breve panoramica
La storia della lampadina è lunga e fortunata. E’ stata inventata intorno alla metà dell’ottocento, e si è rapidamente diffusa. Ha raggiunto ormai un grado di maturità e di perfezione ragguardevole: basti pensare che i modelli attuali sono praticamente identici a quelli dell’inizio del ’900.
Funziona bene ed è molto economica, ma ha due grossi svantaggi: un’efficienza molto bassa (intorno al 10%) ed una notevole fragilità, dovuta al bulbo di vetro.
La bassa efficienza venne superata dall’introduzione sul mercato, qualche anno fa, delle cosiddette “lampade a risparmio energetico“, che in realtà, nella maggioranza dei casi, erano di tipo “Lampada fluorescente compatta (CFL)”.
Queste lampade sono molto simili ai tradizionali “tubi al neon“: producono luce tramite una scarica di gas che rende fluorescente (ovvero “emettitore di luce”) il sottile strato con cui è ricoperto l’interno del vetro.
Hanno un’efficienza energetica molto più alta, ma anche due principali difetti: necessitano di qualche tempo per raggiungere la massima luminosità (comunemente si dice che “si devono riscaldare”) e non possono essere usate con i regolatori di luminosità (dimmer).
Hanno anche un altro difetto, di natura “estetica”: la luce prodotta è diversa da quella delle tradizionali lampadine ad incandescenza: è molto più “fredda”, ovvero tendente al bianco brillante, e spesso non è gradita dalle persone, se non addirittura considerata fastidiosa e stancante. Infatti Emettono, anche se in quantità molto basse, raggi infrarossi e ultravioletti, dannosi per la pelle e gli occhi, e la luce prodotta non è continua, ma “tremolante“.
Inoltre non risolvono comunque il problema della fragilità, visto che continuano ad avere l’involucro in vetro.
Infine, non è possibile utilizzarle con i regolatori d’intensità luminosa, i cosiddetti “dimmer” (come quelli presenti nelle classiche “piantane” alogene, per capirci).
Tutti questi difetti, fragilità compresa, sono superati dalle nuovissime lampade a LED. Vediamo nel dettaglio cosa sono e come funzionano.
Cos’è un LED?
E’ una sigla, che sta per “Light emitting diode” ovvero “diodo ad emissione luminosa”.
Senza entrare troppo nei dettagli tecnici, è un componente elettronico, che produce luce per merito di un processo di emissione spontanea, quando viene attraversato da corrente elettrica.
Ve ne sono di svariati tipi, grandezze, potenze, e colori. Quelli utilizzati per illuminazione producono naturalmente luce di colore bianco.
Dal momento che un solo LED normalmente produce una modesta quantità di luce, le lampade in commercio sono quasi sempre formate da un discreto numero di LED.
Quali sono i vantaggi?
- durata fino a 50.000 ore (quasi 6 anni accese 24h/24, oppure quasi 35 anni accese 4h al giorno)
- elevato rendimento
- accensione immediata
- nessuna produzione di calore
- luce pulita perché priva di componenti infrarosse e ultraviolette
- insensibilità a umidità e vibrazioni, grande resistenza meccanica (se ti cade a terra non si rompe!)
- assenza di mercurio
- durata indipendente dal numero di accensioni/spegnimenti
- utilizzabile normalmente con i regolatori di luminosità (dimmer)
E gli svantaggi?
Il costo. O almeno, finora è stato così. Ma il progredire della tecnologia li rende sempre più convenienti, con costi ormai paragonabili alle classiche lampade a basso consumo. Per il resto, altri svantaggi non ce ne sono.
Quanti tipi di lampade a LED esistono in commercio?
Tanti, praticamente uno per ogni tipo di lampadina tradizionale o lampada a basso consumo che sostituisce.
Vi sono le classiche forme sferiche, le forme “a oliva“, i faretti, e tante altre: basta sfogliare i cataloghi dei produttori per trovarne a centinaia.
Hanno attacchi standard E27 (il classico attacco a vite) oppure E14 (il classico attacco a vite “mignon”, tipico ad es. delle lampade da comodino). Quelle che sostituiscono i faretti hanno l’attacco standard di questi ultimi.
Cosa devo fare per installarle?
Comprarle :-) , svitare le lampadine esistenti, e avvitare le nuove a LED. Sono perfettamente compatibili in tutto e per tutto sia con le tradizionali lampade a incandescenza, sia con le alogene, sia con le lampade a risparmio energetico.
Quanto convengono?
Molto, anche se a prima vista, dato il costo, potrebbe sembrare il contrario.
Una classica lampada ad incandescenza da 60w, consuma appunto 60w. Una lampada a LED che emette la stessa luce, consuma soltanto 5w, ovvero oltre il 90% in meno.
Inoltre un LED dura almeno 20 volte più di una lampadina tradizionale: una volta affrontata la spesa iniziale, continuerà a far luce per molti anni.
Anche da un punto di vista qualitativo, la luce prodotta è molto simile a quella naturale, non ha falsi colori, non emette dannosi raggi infrarossi o ultravioletti, non tremola, non sfarfalla, non stanca la vista.
Conclusioni
Se riuscite ad affrontare la spesa iniziale (magari un po’ alla volta, approfittando di quelle che si “fulminano”), sostituite tutte le lampadine con i LED: il portafoglio, gli occhi e l’ambiente ringrazieranno.
Fonte: ComeRispiarmio.net