L’arrivo previsto nel 2016
La sonda Juno ha cominciato il lungo viaggio verso Giove, dove il suo arrivo e’ previsto fra 5 anni. Nel 2016, dopo aver percorso circa 500 milioni di chilometri, la sonda della Nasa entrera’ in orbita intorno al pianeta gigante e i suoi dieci strumenti, fra i quali due italiani, cominceranno ad osservarlo per scoprirne i segreti. A bordo di Juno non ci sono soltanto strumenti scientifici. C’e’ infatti una targa con il ritratto e la firma di Galileo Galilei, piu’ il testo che descrive la scoperta delle lune di Giove. Accanto a questo omaggio al grande fisico italiano c’e’ un carico meno serioso, ma ugualmente importante: tre minuscole statuine che raffigurano Galilei e le antiche divinita’ Giove e Giunone, create dalla Lego in collaborazione della Nasa nell’ambito di un programma teso a stimolare nei ragazzi l’interesse per i temi scientifici.
Realizzata dal Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, Juno e’ stata realizzata per scoprire i tanti segreti di Giove. Le sonde Pioneer che negli anni ’70 sono state le prime a passare vicino al pianeta gigante e ad osservarlo hanno visto molti dettagli della superficie, come le macchie, le aurore e le maree. ‘’Di quello che si nasconde sotto la superficie non si sa nulla’’, ha osservato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Enrico Saggese. Quello che i dieci strumenti a bordo della sonda Juno faranno sara’ raccogliere dati su struttura, atmosfera e campo magnetico del pianeta. Tutti insieme, ha spiegato Saggese, eseguiranno ‘’una sorta di Tac a diverse frequenze per studiare la struttura interna del pianeta’’.
Di Giove infatti, ‘’non si conosce l’origine – ha aggiunto - e su di essa ci sono ipotesi contrastanti: alcuni ritengono che sia nato all’interno del Sistema Solare mentre altri lo considerano una stella mancata o la prima fase del consolidamento di un pianeta’’. Gli ‘’occhi’’ italiani che contribuiranno a scoprire i segreti di Giove si chiamano Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper) e Ka (Ka-Band Translator). Il primo, progettato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e realizzato dall’azienda Selex Galileo, permettera’ di acquisire immagini all’infrarosso mentre la sonda ruota continuamente su se stessa. Il secondo, progettato dall’universita’ di Roma La Sapienza e realizzato dalla Thales Alenia Space, fornira’ informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul suo campo gravitazionale. L’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) ‘’ha la responsabilita’ della costruzione degli strumenti e garantisce sull’elaborazione dei dati’’, ha detto Saggese. Quando Juno sara’ entrata nell’orbita di Giove, lo osservera’ per un anno, percorrendo 33 orbite attorno al gigante del Sistema Solare. ‘’Siamo sul punto di cominciare il lungo viaggio verso Giove per scoprire i segreti del Sistema Solare com’era alle origini’’, ha detto il responsabile della missione Scott Bolt, del Southwest Research Institute di San Antonio.
Per Steven Levin, responsabile scientifico della missione per il Jet Propulsion Laboratory della Nasa, ‘’Giove e’ il luogo migliore, nel Sistema Solare, per capire come si generano i campi magnetici’’.