ROMA - Addio alla sonda-laboratorio della Nasa Phoenix, "spenta" a due anni dall'arrivo sul suolo di Marte. Il primo veicolo a raccogliere e analizzare campioni del suolo marziano, portando allo scoperto il ghiaccio sul pianeta rosso, adesso tace.
La sua luce azzurrina non brilla più e nelle ultime immagini inviate a Terra da una delle sonde americane nell'orbita marziana, il Mars Reconnaissance Orbiter (Mro) la sonda appare come una macchiolina grigia e opaca. L'immagine mostra che i pannelli solari della sonda, lunghi oltre 5 metri, sono irreparabilmente danneggiati: è la conferma definitiva che Phoenix ha ormai chiuso la sua carriera, breve ma produttiva. "La missione è stata un successo e ha superato la durata prevista per la sua vita operativa", ha osservato il direttore del programma per l'esplorazione di Marte presso il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa, Fuk Li.
"Sebbene Phoenix abbia completato il suo lavoro, l'analisi dei dati proseguirà ancora a lungo", ha aggiunto. Lanciata il 4 agosto 2007 da Cape Canaveral (Florida), Phoenix è arrivata su Marte il 25 maggio 2008. Con un aspetto vagamente simile a quello dei dischi volanti dei vecchi racconti di fantascienza, Phoenix è un grande "piatto" concavo dal diametro di 2,64 metri poggiato su tre zampe e alto due metri. I suoi bracci robotici hanno scavato "cucchiaiate" di suolo marziano, verificando che su Marte ci sono tracce di acqua, che c'é neve e che c'é anche una tossina killer, letale per forme di vita simili a quelle terrestri. Complessivamente la sonda-laboratorio ha scattato e inviato a Terra oltre 25.000 immagini e i suoi dati permetteranno di raccogliere nuovi elementi utili in vista della futura esplorazione di Marte.
Fonte: Ansa