A Capo Figari sta per scomparire un frammento di storia della radio. Guglielmo Marconi sperimentò e perfezionò le sue scoperte scientifiche proprio a Golfo Aranci, nel vecchio semaforo della marina militare, risalente ai primi del 1900. L'11 agosto 1932 il premio Nobel sperimentò l'invio di segnali a onde corte per radiocomunicazioni riuscendo a collegarsi con Rocca di Papa, a Roma
GOLFO ARANCI. Scampoli di storia dominati dall'incuria e dall'indifferenza che rischiano di precipitare nell'oblìo, cancellati dal degrado. È quanto sta accadendo sul promontorio di Capo Figari.
A 340 metri di altezza si respira la forza della natura con tutta la sua straordinaria bellezza: proprio lì, sul punto più alto, c'è un pezzo di storia da salvare, un capitolo del passato che si sta lentamente sgretolando sotto i colpi del tempo e dell'abbandono. È in questo angolo incantato della Gallura che Guglielmo Marconi sperimentò e perfezionò le sue scoperte scientifiche: nel vecchio semaforo della marina militare, risalente ai primi del 1900, l'11 agosto 1932 Guglielmo Marconi sperimentò l'invio di segnali a onde corte per radiocomunicazioni riuscendo a collegarsi con Rocca di Papa, a Roma, tramite la nave Elettra che era in navigazione nelle acque di Golfo Aranci. Una geniale intuizione che cambiò il futuro dell'umanità.
Il ponte radio di Capo Figari è ancora oggi ricordato, e non solo dagli storici, proprio per i primi esperimenti e la messa a punto dei ricetrasmettitori a onde corte e ultracorte che aprirono la strada a successive scoperte come il radar, la televisione, il cellulare.
Ebbene, oggi quel sito che sorge sulla vetta del promontorio è ridotto a un rudere. Una struttura in rovina, a rischio di crollo.
Nessuna traccia di ciò che fu. Travolta dall'anonimato e finita nelle grinfie della fatiscenza: i muri pasticciati e scrostati, il tetto pericolante, i pavimenti ricoperti di cumuli di macerie. Una triste realtà finita anche sul quotidiano Repubblica in un'inchiesta sulle «altre Pompei» dopo il crollo della Casa dei gladiatori che potrebbe costare il dicastero al ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, insieme alle foto di siti storici di tutta Italia in preda all'abbandono.
All'ex semaforo si arriva percorrendo una stradina sterrata che s'inerpica fin lassù per una decina di chilometri, attraversando l'area naturale protetta di Capo Figari: un paradiso immerso nella vegetazione aspra e incontaminata, che guarda fiero verso il mare.
Luogo meta di turisti, incantati di fronte allo spettacolo della natura ma in gran parte ignari, quando si trovano davanti all'edificio in decadenza, di avere davanti agli occhi anche un momento di storia.
Un sito da salvare nel nome della memoria e a beneficio dell'industria del turismo. Ciò che vorrebbe fare, appunto, il Comune. Consapevole del suo valore culturale e della pericolosità delle sue condizioni, l'amministrazione comunale già due anni fa ha segnalato alla Conservatoria delle coste, nelle cui competenze ricade l'immobile, e alla Soprintendenza per i beni architettonici, lo stato di totale abbandono e precarietà in cui versa l'edificio.
«Si rischia di perdere un bene storico di notevole importanza, da tutelare e valorizzare ai fini della fruizione pubblica», dice il sindaco Giuseppe Fasolino.
Che aggiunge: «Per questo, abbiamo chiesto alla Regione la cessione del bene, dichiarandoci disponibili a provvedere attraverso fondi propri alla ristrutturazione e alla valorizzazione dell'ex semaforo. Lo abbiamo chiesto due anni fa, e lo abbiamo sollecitato anche l'anno scorso. Attendiamo ancora una risposta. Le condizioni della struttura ci preoccupano, temiamo in particolare per il soffitto a volta, su cui fa leva il palo in ferro crollato che in passato reggeva i cavi del dipolo per le comunicazioni. Il cedimento della volta pregiudicherebbe un'eventuale ristrutturazione con materiali originari. Il facile accesso al sito, tra l'altro, può mettere a rischio l'incolumità dei visitatori, è urgente pertanto che l'edificio venga messo in sicurezza».
Ma le gesta di Guglielmo Marconi a Golfo Aranci non sono state dimenticate: a rievocarle, dal 1995, ci pensa la sezione di Olbia-Golfo Aranci dell'Associazione radioamatori italiani. Ad Aprile, per tre giorni, nel piazzale dell'ex semaforo, proprio dove Marconi faceva i suoi esperimenti col ponte radio, celebrano l'«International Marconi day», collegandosi 24 ore su 24 con le 46 stazioni marconiane del mondo. Elenco di cui anche Capo Figari fa parte.
di Tiziana Simula
Qui un interessante video gentilmente offerto da MAX
http://www.youtube.com/user/MegaMaxmos?feature=mhum
Bellissimo faro della marina militare entrato in servizio nel 1915 purtroppo in rovina. Dalla sua terrazza 11 agosto del 1932 Guglielmo Marconi sperimento' l'invio di segnali a onda corta per radiocomunicazioni, riuscendo a mettersi in contatto con la stazione di Rocca di Papa nel Lazio posta a 263 km di distanza. Ebbene si!!! Sono passati ben cento anni da quando Guglielmo Marconi a fine agosto del 1895, dopo alcuni esperimenti, trasmise da Villa Griffone Pontecchio (BO. oltre la collina dei Celestini, la conferma del ricevimento del segnale fu data dal fattore di casa Marconi con "un colpo di fucile sparato in aria". ERA NATA LA RADIO!!!! Con l'attivazione della stazione Marconiana IY0GA da Capo Figari, ed effettuando collegamenti con Radioamatori di tutto il mondo, si è voluto ricordare e commemorare l'esperimento fatto nel 1932 da Guglielmo Marconi.... di cui siamo riusciti ad avere alcuni dati "storici" di allora, che si riepilogano: Esperimenti di radiotelefonia e radiotelegrafia modulata con microonde furono eseguiti da Marconi nel Golfo Tigullio nell'ottobre-novembre 1932 e nell'aprile 1932, vennero ripetuti a maggiori portate nel luglio-agosto 1932 tra Rocca di Papa ed il panfilo Elettra, in navigazione verso Golfo Aranci, ed infine tra Rocca di Papa e Capo Figari (269 km). Il giorno10 agosto 1932 la nave Elettra si diresse sulla congiungente Rocca di Papa-Golfo Aranci, ad un punto posto a 63 km da Rocca di Papa e fece quindi rotta per Golfo Aranci. I segnali morse si ricevettero immediatamente, alle 13h 15' circa., con forma massima e si mantennero sempre buoni fino alla portata geometrica di Rocca di Papa. Oltrepassata tale distanza e durante tutto il periodo precedente e successivo al tramonto, i segnali presentarono alternative di rafforzamento e di attenuazioni..
Alle 22h circa il rafforzamento fu più deciso ed alle 22h 15' circa, a 193 km di distanza da Rocca di Papa, cioé a portata doppia di quella geometrica della suddetta stazione, la ricezione risultò ottima. La segnalazione Morse nitida e distinta, con tonalità musicale, era tale da far ritenere possibile un servizio regolare ad alta velocità Alle ore 0h 15' circa a 224 km i segnali erano appena percettibili e poi scomparvero.
Il mattino del giorno 11.8.1932 il riflettore ricevente fu trasportato nel semaforo di Capo Figari (quota 340 mt.) sistemandolo sulla terrazza in direzione di Rocca di Papa. Alle 16h circa dello stesso giorno da Rocca di Papa iniziava la trasmissione, dopo qualche regolazione, i segnali vennero immediatamente ricevuti a Capo Figari sebbene non troppo forti. Alle 18h circa, i segnali aumentarono gradualmente d'intensità.
La segnalazione telegrafica risultò chiarissima e nitida e la radiotelefonia chiara ad intervalli Fino alle 19h 20' circa i segnali si mantennero abbastanza buoni. Il vento al semaforo era fortissimo da nord-est, il tempo chiarissimo, l'atmosfera piuttosto umida. Il riflettore era soggetto a vibrazioni, che però non sembrarono influire sulla regolazione. Verso il tramonto si notarono le solite variazioni d'intensità, apparve abbastanza chiaramente che all'atto della sparizione del disco solare dall'orizzonte, i segnali subivano una forte attenuazione.Dopo il tramonto i segnali si mantennero più deboli che nelle ore di luce. Ad intervalli fu intelligibile la radiotelefonia ed il servizio telegrafico, sebbene con qualche difficoltà..., sarebbe stato possibile. Le esperienze ebbero a termine verso la mezzanotte.
Il Trasmettitore installato a Rocca di Papa, era composto Da quattro oscillatori Barkhausen Kurz a due valvole, situati direttamente dietro quattro Riflettori parabolici ad asta di rame. Misure calorimetriche avevano provato che ciascun oscillatore usato aveva una potenza di irradiazione di 3,8 watt, sicché l'irradiazione totale dei quattro oscillatori risultava essere di circa 15 watt, più il guadagno dei riflettori che si aggirava sulle 40 volte circa.
Il ricevitore disposto prima sulla poppa della nave Elettra, e successivamente trasportato nel semaforo di Capo Figari, era dotato di valvole del tutto simili a quelle del trasmettitore, ed era inoltre provvisto di riflettore a elemento parabolico unico.
In definitiva il trasmettitore ed il ricevitore erano chiusi in scatole metalliche separate, poste immediatamente dietro il riflettore, l'una a fianco dell'altra, dalle quali escono le coppie dei fili facenti capo ai dipoli hertziani
Questi dipoli (da due a quattro per il trasmettitore ed uno per il ricevitore) avevano una lunghezza di circa 12 cm. disposti orizzontalmente sul prolungamento l'uno sull'altro a qualche centimetro di distanza sulla linea focale del cilindro parabolico riflettore. Le sorgenti di energia necessarie per l'alimentazione delle lampade erano situate a distanza dal riflettore e le correnti venivano portate alle valvole con fasci di conduttori flessibili. DESCRIZIONE TRATTA DAL SITO: http://olbiaari.altervista.org/ari2/i...