La banda utilizzata dai canali televisivi si va via via svuotando. Una ricerca della Rice University dimostra che può essere utilizzata per far viaggiare dati su grandi distanze
Tra trasmissioni televisive satellitari e terrestri, ponti radio per la telecomunicazione mobile e dispositivi wireless di vario genere, capita sempre più spesso che le bande dello spettro elettromagnetico utilizzate dai vari dispositivi siano così vicine da arrivare a volte a sovrapporsi, creando interferenze nei canali di comunicazione. Un esempio pratico è dato dalla banda da 2,4 gigahertz, utilizzata sia dai router Wi-Fi di casa sia dai telefoni cordless che dai forni a microonde. Nel caso in cui due (o più) di questi dispositivi si trovino ad operare contemporaneamente l'uno nelle vicinanze dell'altro (si risponde ad una chiamata con il cordless a poca distanza dal router Wi-Fi, ad esempio), potrebbero crearsi delle interferenze che causerebbero il malfunzionamento di entrambi i dispositivi.
Anche per questo motivo i ricercatori sono alla continua ricerca di soluzioni che permettano di sfruttare in maniera più efficiente lo spettro di banda delle onde radio. L'ultima novità in tal senso arriva dalla Rice University di Houston (Stati Uniti), dove alcuni ricercatori hanno dimostrato che è possibile inviare dati sfruttando la porzione delle cosiddette frequenze UHF solitamente utilizzate per le trasmissioni televisive.
Che cos'è lo spettro UHF
Acronimo di Ultra High Frequency (frequenza ultra alta) lo spettro radio UHF va dai 300 megahertz ai 3 gigahertz ed è anche detto la banda del decimetro dal momento che la lunghezza d'onda delle radiazioni elettromagnetiche associate a questa banda varia tra i 10 centimetri (un decimetro, per l'appunto) e il metro (dieci decimetri). Le onde radio si propagano più facilmente lungo la linea di vista e senza grossi ostacoli tra i punti comunicanti: nel caso di colline, montagne o grossi palazzi, le comunicazioni potrebbero subire rallentamenti o interruzioni. Vista la banda piuttosto ampia, lo spettro UHF è utilizzato per le trasmissioni televisive, per le reti cellulari, per le comunicazioni satellitari (inclusi GPS e GloNASS) e servizi di comunicazione radio personali come Wi-Fi, Bluetooth, walkie-talkie, telefoni cordless e numerose altre applicazioni.
Banda UHF (quasi) inutilizzata
Data la diffusione sempre più ampia di sistemi di trasmissione televisiva alternativi a quello tradizionale (Internet TV, TV via satellite, TV via cavo), la banda dai 400 megahertz ai 700 megahertz si sta via via spopolando, rendendo disponibili ampie fette di questo spettro. Questa, almeno, la situazione negli Stati Uniti: in Italia lo spettro che va dai 450 megahertz circa ai 790 megahertz circa è utilizzato per le trasmissioni del digitale terrestre, fetta di frequenze piuttosto ambita da tutti gli operatori televisivi italiani. Negli Stati Uniti, come accennato, questa porzione di banda rischia invece di restare inutilizzata e i ricercatori della Rice University hanno tentato di sfruttarla per realizzare una rete Wi-Fi con estensione cittadina.
Segnale forte e chiaro
A differenza della banda di frequenza utilizzata dai router Wi-Fi casalinghi, infatti, la porzione di banda dell'UHF televisivo assicura migliori prestazioni: può coprire distanze (e quindi superfici) più ampie senza perdita di qualità e può attraversare muri o altri ostacoli senza degradare eccessivamente. In un mercato dove la richiesta di banda dati wireless cresce in maniera esponenziale, i ricercatori statunitensi hanno cercato un modo per utilizzare in maniera più efficiente una porzione di banda radio che rischia di restare inutilizzata. Soprattutto nell'ottica di realizzare reti Wi-Fi di ampia estensione, capace di coprire grosse porzioni del territorio e raggiungere località attualmente non servite dalla connettività Internet via cavo (il segnale televisivo, anche in Italia, raggiunge praticamente ogni località del territorio nazionale).
WATCH
La particolarità dell'esperimento condotto dai ricercatori della Rice University, però, non sta tanto nell'utilizzo dell'UHF televisivo per la creazione di una rete Wi-Fi di ampie dimensioni. Gli scienziati texani sono stati capaci di affiancare la trasmissione wireless dei dati alle normali trasmissioni televisive su canali UHF attivi (ovvero su frequenze già in uso da parte di un'emittente televisiva). Un risultato raggiunto nell'ambito del progetto WATCH (acronimo di Wi-Fi in Active TV Channels, Wi-Fi su canali TV attivi)
Stessa infrastruttura
Il sistema messo a punto nell'università statunitense, infatti, permette di trasmettere il segnale Wi-Fi utilizzando le stesse infrastrutture utilizzate per ripetere il segnale dell'UHF televisivo. In questo modo sarebbe possibile abbattere i costi iniziali per la creazione dell'infrastruttura di rete (perché già esistente) e impegnare le risorse che si liberano nella creazione di una tecnologia che riesca a sfruttare in maniera più efficiente lo spettro radio dai 400 ai 700 megahertz. Secondo i primi test portati avanti nell'ambito del progetto WATCH, la banda dell'UHF televisivo consentirebbe di trasmettere sei volte la quantità di dati trasmessi attraverso la banda dello spettro attualmente dedicata al Wi-Fi.
Smart TV
Le implicazioni del progetto WATCH non finiscono qui. Equipaggiando adeguatamente le smart TV, infatti, sarebbe possibile sfruttare il segnale UHF televisivo non solo per trasmettere canali televisivi di ogni genere, ma anche per fornire connettività alla Rete direttamente ai televisori intelligenti