Il Commodore 64 nasce come evoluzione del Commodore VIC-20. Evoluzione in grado di offrire capacità grafiche e sonore migliori rispetto al Commodore VIC-20 a scapito però della compatibilità software.
Del Commodore 64 sono state commercializzate anche tre varianti: il Commodore MAX, il Commodore Educator 64 e il Commodore SX-64, commercializzati rispettivamente a partire dal 1982, 1983 e 1984. Dal Commodore 64 sono inoltre derivate due console per videogiochi: il Commodore 64 Games System e il Commodore 64 DTV. La prima commercializzata a partire dal 1990, la seconda a partire dal 2004. Evoluzioni del Commodore 64 sono invece il Commodore 128, il Commodore 128D e il Commodore 65, tutti compatibili a livello software con il Commodore 64. I primi due sono stati commercializzati a partire dal 1985, il terzo è rimasto allo stadio di prototipo.
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Importanza storica e dati di vendita
Il Commodore 64 è il computer più venduto al mondo, record che si trova anche nel Guinness dei primati. Nel 1986 furono venduti più di 10 milioni di esemplari in tutto il mondo. Fu commercializzato fino al 1993, quando le unità vendute furono appena 700 mila. In totale ne sono stati venduti nel mondo oltre 17 milioni di esemplari:[2] record che con tutta probabilità non verrà mai più superato (la natura degli attuali computer, assemblati diversamente a seconda delle esigenze dell'utente, rende praticamente impossibile ripetere un'impresa simile).
La semplicità d'uso e facilità di programmazione di questo nuovo computer era superiore sia ai suoi predecessori (il PET e il VIC-20) sia agli altri home computer concorrenti. Grazie a ciò e al suo prezzo di vendita, in breve tempo divenne il computer più venduto nella storia dell'informatica.
Il Commodore 64 venne inizialmente costruito usando lo stesso chassis del Vic-20 al fine di mantenere bassi i costi di produzione. Dopo alcuni anni, la Commodore cambiò leggermente l'estetica del computer assieme ad altri cambiamenti minori, ribattezzandolo 64C.
Nonostante il cessare della produzione, lo sviluppo di software per questa macchina continuò e ancora oggi c'è chi scrive dei giochi per il Commodore 64 o fa dei porting da giochi per telefoni cellulari.
Storia
Origini
Nel gennaio 1981, la sussidiaria della Commodore per la progettazione di circuiti integrati, la MOS Technology Inc. iniziò il progetto dei chip grafico e sonoro per una nuova generazione di console per videogiochi.
Il lavoro di progettazione per i chip fu completato in novembre, ma il progetto della console venne cancellato dopo un meeting con il presidente della Commodore, Jack Tramiel, il quale voleva che i chip formassero la base per un computer con 64 kB di RAM, il doppio del quantitativo di RAM di molti dei personal computer disponibili nel tardo 1981. Sebbene 64 Kb di RAM fossero molto costosi, Tramiel sapeva che i prezzi della DRAM stavano crollando e che sarebbero alla fine calati a un livello accettabile prima di passare alla piena produzione.
Alla squadra di progettazione furono dati meno di due mesi per sviluppare un prototipo che potesse essere mostrato all'International Winter Consumer Electronics Show, nel gennaio 1982. Come ricorda David A. Ziembicki, il C64 fece un debutto impressionante: "Tutto quello che vedemmo al nostro stand erano le persone dell'Atari con la mascella spalancata, che dicevano "Come potete farlo per solo 595 dollari?". Il costo di costruzione di ogni C64 è stimato attorno ai 135 dollari, grazie all'integrazione verticale e, più crucialmente, ai vantaggi della fabbricazione dei circuiti integrati della MOS Technology. Questo rendeva possibile un ampio margine di guadagno con il quale lavorare.
Il nome adottato dalla casa costruttrice fu inizialmente Commodore VIC-30, ma prima della distribuzione venne cambiato in Commodore 64.
Presentazione al pubblico
Il Commodore 64 è stato annunciato all'International Winter Consumer Electronics Show del 1982 (7–10 gennaio 1982 – Las Vegas Convention Center – Las Vegas, Nevada, Stati Uniti) durante il quale ne è stato anche mostrato un prototipo. Cinque mesi dopo è stato presentato in anteprima mondiale all'International Summer Consumer Electronics Show del 1982 (6–9 giugno 1982 – McCormick Place – Chicago, Illinois, Stati Uniti). Nell'agosto 1982 è iniziata la vendita al dettaglio negli Stati Uniti con un prezzo di lancio di 595 dollari.
In Italia il Commodore 64 è stato presentato in anteprima allo SMAU del 1982 (17–23 settembre 1982 – Fiera di Milano – Milano) dove Commodore International Ltd. era presente ufficialmente con un proprio stand.
I visitatori non hanno potuto vederlo in funzione ma solo ammirarlo dietro una vetrinetta posizionata al centro dello stand.
L'importazione e la distribuzione autorizzata del Commodore 64 in Italia è stata curata direttamente dalla Commodore International Ltd. attraverso la propria consociata italiana Commodore Italiana S.r.l. che lo ha reso disponibile per la vendita al dettaglio a partire dal marzo 1983 con un prezzo di listino di 973.500 lire,[6] listino in cui il Commodore 64 è rimasto fino al dicembre 1993 con un prezzo ribassato più volte.
Vincere la guerra del mercato
Il C64 fronteggiò una vasta gamma di macchine concorrenti, dopo la sua introduzione nell'agosto 1982. Con un impressionante prezzo di listino e con il suo hardware avanzato, superò velocemente molti dei suoi concorrenti. Negli Stati Uniti i più grandi concorrenti del C64 erano l'Atari 800 e l'Apple II. L'Atari 800 era molto simile in termini di hardware, ma era molto costoso da costruire, il che forzò l'Atari a spostare la sua produzione nell'Asia orientale. Costrinse anche l'Atari a riprogettare le loro macchine per essere più economiche, dando la luce alla linea dei 400/800XL.
L'ormai vecchio Apple II non poteva competere con l'hardware del C64, ma era molto espandibile grazie ai suoi slot interni, una caratteristica che il C64 non aveva.
Nel Regno Unito i concorrenti principali del C64 erano il britannico Sinclair ZX Spectrum e l'Amstrad CPC. Rilasciato qualche mese prima del C64, e venduto a quasi metà del suo prezzo, lo Spectrum diventò rapidamente leader del mercato. Il C64 competerà in popolarità con lo Spectrum nella seconda meta degli anni ottanta, sopravvivendo allo stesso quando ne fu cessata la produzione, nel 1992.
La chiave del successo del C64 furono le aggressive tattiche di marketing, che portarono a venderlo nei grandi magazzini, nei discount e nei negozi di giocattoli, oltre che nella rete di rivenditori autorizzati. Questo gli consentì, come al suo predecessore VIC 20, di competere con le console per videogiochi.
Nel 1983 la Commodore offrì, negli Stati Uniti, un incentivo di 100 dollari all'acquisto di un C64, ritirando un qualsiasi computer o una console per videogiochi. Il successo del VIC-20 e del C64 contribuì anche in modo significativo all'uscita di scena della Texas Instruments dal campo degli home computer (si veda TI-99/4A) e al tristemente noto crack dei videogiochi del 1983.
IL COMMODORE 64 (portatile)
Nel 1984 la Commodore rilasciò l'SX-64, una versione portatile del C64. L'SX-64 si distingueva per essere il primo computer portatile a colori. L'unità base comprendeva uno schermo CRT da 127mm e un floppy disk drive 1541 (in origine l'unità doveva avere schermo in bianco e nero e doppio floppy: il prototipo era stato annunciato con il nome SX-100). Ne furono vendute meno di 10.000 unità quando ne fu smessa la produzione, nel 1986.
Commodore PLUS 4 - 1984
La Commodore tentò nel 1984 di rimpiazzare il C64 con il Commodore Plus/4, che offriva la visualizzazione di un maggior numero di colori, una versione più evoluta del BASIC (la V3.5), e del software integrato, ma fece l'errore strategico di renderlo incompatibile con l'ampia gamma di software del C64. In più, nel Plus/4 mancava una gestione hardware degli sprite e aveva un suono molto inferiore, deludendo nelle due aree che avevano reso il C64 un prodotto di successo nel mercato. La nuova macchina fallì, mentre il C64 continuò a essere venduto.
Commodore 128 - 1985
Commodore 128D - 1985
La Commodore ripropose nel 1985, col Commodore 128 (e la sua variante 128D), un nuovo successore del C64, ma questa volta prendendo in considerazione quegli aspetti che avevano deciso il successo del C64 e il fallimento del Plus/4. Oltre a non essere in nulla inferiori al C64 e a offrire piena compatibilità con il software del predecessore, i C128 introdussero una lunga lista di miglioramenti molto richiesti: un BASIC (v7.0) strutturato, con comandi per la grafica e il suono; un display a 80 colonne, piena compatibilità con CP/M e 128 Kb di RAM. Con l'entrata nel mercato del Commodore 128 e dei computer più avanzati di altri costruttori, la società posizionò il 64 come computer entry-level, abbassando di conseguenza il prezzo.
IL COMMODORE 64C - 1986
L'INTERFACCIA GRAFICA GEOS (ANTESiGNANO DI WINDOWS) - 1986
Nel 1986, la Commodore rilasciò il Commodore 64C (C64C), che era identico all'originale come funzionalità, rimodellandone solo il design esterno seguendo l'estetica del C128 e degli altri computer del momento. Negli Stati Uniti, il C64C veniva spesso venduto con il sistema operativo GEOS (Graphic Environment Operating System), dotato di un'interfaccia grafica.
Una demoscene attiva
All'epoca della sua introduzione, le capacità grafiche del C64 erano uguagliate solo dalla famiglia Atari a 8 bit. Era il periodo in cui la maggior parte dei PC IBM compatibili avevano solo schede grafiche in modalità testuale, schermi ai fosfori verdi e un suono molto modesto proveniente da un piccolo tweeter interno. Grazie alla sua grafica e al suo sonoro avanzato, il C64 è spesso accreditato di aver iniziato la sottocultura informatica conosciuta come demoscene (si veda demo per Commodore 64). Nel nuovo millennio è tuttora usato attivamente come macchina per demo, specialmente per quanto riguarda la parte musicale (il suo chip sonoro è persino usato in particolari schede sonore per PC). A parte qualche affezionato utente, il C64 perse la leadership quando furono rilasciati l'Atari ST a 16 bit e il Commodore Amiga, a metà anni ottanta.
La demoscene non si è comunque ancora interrotta, anche a venti anni dalla nascita del C64. Sono anche sviluppati nuovi giochi (alcuni dei migliori disponibili tramite Protovision). Uno dei ultimi giochi che hanno riscosso maggior successo è Enhanced Newcomer, che è stato sviluppato per quasi dieci anni.
Un difetto che è stato riscontrato al tempo è la differenza tra i C64 PAL e quelli NTSC, in quanto i due standard televisivi causano problemi di compatibilità tra le versioni statunitensi/canadesi e quelle del resto del mondo. Come conseguenza, la maggior parte dei demo hanno funzionato solo sulle versioni PAL.
LA SCHEDA MADRE DEL COMMODORE 64
Commodore 64 Rev A. PAL motherboard (1982)
L'hardware
Il Commodore 64 usava il microprocessore MOS Technology 6510, con 64 KByte di RAM e 20 KByte di ROM con il KERNAL (che sta per Keyboard Entry Read, Network, And Link) e il CBM BASIC versione 2.0: audio e video erano gestiti da due chip separati. Poiché il processore 6510 poteva indirizzare solo 64 Kbyte di memoria in tutto, 20 Kbyte della RAM erano nascosti dalla ROM. Un registro permetteva di mappare in memoria la RAM nascosta escludendo la ROM, cosa molto utile nei programmi assembly che non avevano bisogno dell'interprete BASIC. Il progetto hardware originale del Commodore 64 fu opera di un gruppo di circa dodici ingegneri i quali, successivamente, lasciarono la Commodore.
MOS 6510 CERAMICO
Il microprocessore
Il microprocessore utilizzato era il MOS Technology 6510, una versione modificata del 6502 con alcuni registri hardware aggiuntivi nelle locazioni $00 e $01, per il registratore a cassette, che veniva gestito direttamente dal microprocessore, e per la configurazione di memoria. La frequenza di clock era pari a 0,9875 MHz. Le istruzioni più semplici prendevano almeno 2 cicli di clock, quelle più complicate 7. Quindi il Commodore 64 aveva una potenza di calcolo di una piccola frazione di MIPS. Poteva però delegare molti compiti ai due chip aggiuntivi descritti di seguito (più il CIA, Complex Interface Adapter = Adattatore di interfaccia complessa). Questa caratteristica, cioè l'architettura a coprocessori, costituì la base sulla quale venne in seguito sviluppato il primo computer Amiga dalla Hi-Toro, il quale venne poi commercializzato ed ulteriormente sviluppato dalla Commodore e spopolò negli anni ottanta e nei primi anni novanta con i successivi modelli.
Esistevano anche delle schede aggiuntive Z-80, che consentivano di utilizzare lo Zilog Z80 (evoluzione dell'Intel 8080A) sul Commodore 64. Una di queste era la cartuccia CP/M Z80 della Commodore che permetteva di utilizzare il suddetto OS (versione 2.2) tramite una combinazione di emulazione hardware/software.
IL VIC-II CHip grafico del commodore 64
Il CHIP video
Il Commodore 64 possedeva un chip video (VIC-II) che poteva produrre 16 colori (L'illusione ottica di un numero maggiore di colori era ottenibile con particolari algoritmi software). Aveva una risoluzione massima di 320 x 200 punti nel modo "hi-res" (2 colori possibili per ogni cella 8 x 8), e di 160 x 200 nel modo "multicolor" (4 colori possibili per ogni cella 4 x 8, con pixel di larghezza doppia). Il modo testo forniva una visualizzazione di 40 colonne per 25 righe. Il font di caratteri di default era modificabile (bastava ordinare al circuito grafico di prelevare le definizioni dei caratteri dalla RAM anziché dalla ROM). Il chip gestiva fino a 8 sprite hardware, cioè delle forme grafiche facilmente gestibili dal chip per ottenere immagini e animazioni, disegnate sopra allo schermo tradizionale. Il VIC-II era capace di generare un interrupt in una qualunque linea di scansione del video desiderata. Questo permetteva al programmatore di riprogrammarlo "al volo" in modo da usare un set di parametri diverso per zone diverse dello schermo, per esempio per riutilizzare un'altra volta gli 8 sprite, avendone così 16 o anche più disponibili sullo schermo (fino a 144 in alcuni complicati Demo). I registri del VIC-II sono memory-mapped agli indirizzi di memoria $D000-$D02E (in decimale 53248-53294), quindi nella configurazione normale la RAM a quegli indirizzi non era disponibile contemporaneamente ai registri del VIC-II.
II Chip audio del Commodore 64
Il chip audio
Il supporto audio superava tutti i computer della stessa classe. Alla base c'era il chip SID 6581, progettato da Bob Yannes (il progettista del VIC-20), che poteva riprodurre tre voci hardware, permettendo la riproduzione della voce umana senza hardware aggiuntivo (vedere ad esempio il programma "SAM" - Software Automatic Mouth = "bocca automatica software"). A livello di sintesi, il SID costruiva i suoni a partire da quattro forme d'onda basilari - a Impulsi o Quadra, Triangolare, a Dente di Sega, Rumore Bianco - più l'ADSR. Il numero di voci poteva essere "aumentato" mediante tecniche software che aggiungevano campionamenti audio PWM, perché il SID poteva anche campionare segnali analogici, con risoluzione di 4 bit. Anche i registri di controllo del SID, come quelli del VIC-II, erano memory-mapped (essendo il SID, così come il VIC-II, il CIA, ecc. un adattatore di interfaccia, cioè mappato in memoria) agli indirizzi $D400-$D41C (decimale 54272-54300).
C64c motherboard (C64E Rev. B) Manufactured 1992
Revisioni dell'hardware
La riduzione dei costi fu la forza trainante per le revisioni della scheda madre del C64. Ridurre i costi di produzione era vitale per la sopravvivenza della Commodore, durante la guerra dei prezzi e negli anni di magra dell'era dei 16-bit. La scheda madre originale del C64 (basata su NMOS) passò per due importanti riprogettazioni (e numerose sotto-revisioni) che cambiavano la posizione dei chip VIC-II, SID e PLA. Inizialmente una larga fetta dei costi fu abbassata riducendo il numero di componenti discreti usati, come diodi e resistori.
La prima scheda madre del C64. (ASSY 3262980-1 "Original" PAL 1982)
Il VIC-II fu prodotto con la tecnologia MOS a 5 micrometri, con una frequenza di 8 MHz. Ad una frequenza così alta, generava parecchio calore, rendendo necessario alla MOS Technology l'uso di un DIL ceramico (chiamato CERDIP). L'integrato ceramico era più costoso, ma dissipava il calore più efficacemente della plastica.
Dopo una riprogettazione nel 1983, il VIC-II fu prodotto usando un contenitore plastico di tipo DIL, riducendo di molto i costi, senza però risolvere il problema del calore. Senza un contenitore in ceramica, il VIC-II ha richiesto l'uso di un dissipatore di calore. Per evitare ulteriori costi, la protezione metallica elettromagnetica fu utilizzata come dissipatore di calore per il VIC, anche se non tutte le unità furono equipaggiate con questo tipo di protezione. Molti Commodore 64 venduti nell'Europa furono forniti di una protezione di cartone, ricoperto di uno strato metallizzato. L'efficacia della protezione fu molto dubbia, e nel peggior dei modi ha funzionato come isolante, bloccando il flusso d'aria trattenendo il calore generato dai chip SID, VIC e PLA.
Il SID fu fabbricato usando la tecnologia NMOS a 6 e 7 micrometri. Il prototipo del SID e quelli presenti in alcuni modelli pre-produzione presentavano un contenitore in ceramica DIL, ma sono estremamente rari (al contrario del VIC-II, più diffuso ma comunque raro). La maggior parte dei contenitori dei SID erano prodotti in plastica.
Nel 1986, la Commodore fece l'ultima versione della scheda madre "classica". Era identica alla versione del 1984, ad eccezione dei 2 chip DRAM per la memoria, anziché gli originali 8. Questa scheda era siglata ASSY 250466
Dopo l'uscita del C64C, la MOS Technology iniziò ad utilizzare la tecnologia HMOS nel chipset del C64. Il beneficio più evidente era che richiedeva meno voltaggio e di conseguenza produceva meno calore. Questo migliorò l'efficienza dei chip SID e VIC-II. Il nuovo chipset fu rinominato come 85xx.
Nel 1987, la Commodore rilasciò il C64C con una scheda madre ridisegnata completamente. Questa scheda madre era nota come una "scheda corta". La nuova scheda aveva il nuovo chipset HMOS, con i nuovi chip PLA a 64-pin. Il nuovo "SuperPLA" integrava molti componenti e chip a transistor. La RAM 2114 color fu integrata nell'ultima versione del PLA.
Una nota curiosa proviene da alcuni manuali del Commodore 64 che riportano la foto di un esemplare, probabilmente un prototipo, dotato di tasti dalla forma squadrata e dalle serigrafie piuttosto grandi, come quelli tipici dei PET serie 4000. A differenza del VIC-20, che effettivamente fu prodotto anche con tale tastiera, non si ha notizia di una tale variante del Commodore 64 tra gli esemplari di produzione
Periferiche
Memorie di massa
In Europa, il C64 era utilizzato spesso con il registratore a cassette (supporti di memorizzazione molto comuni in cui i dati venivano registrati su un nastro magnetico, impiegati allora soprattutto per la riproduzioni della musica. V. audiocassetta), che erano più economiche, ma anche molto più lente dei dischi floppy. Uscirono i turbo-loader anche per le cassette che velocizzavano la velocità di caricamento. Novaload era il più popolare turbo-loader, utilizzato dalla maggioranza degli sviluppatori americani ed inglesi. Negli Stati Uniti, i floppy drive erano più comuni.
Registratore a cassette
Il Datassette C2N
Inizialmente era disponibile la sola memoria a cassette magnetiche, ossia le comuni cassette audio su cui dati e programmi venivano registrati codificandoli su frequenze di alcuni kHz. L'unità a cassette (Datassette C2N) era piuttosto lenta e, se non ben pulita e calibrata, talvolta inaffidabile nei caricamenti: dopo attese medio-lunghe non era insolito trovarsi sullo schermo la scritta "LOAD ERROR", ossia errore nel caricamento, ed essere costretti a ricominciare da capo l'operazione. Quest'ultimo difetto era imputabile nella maggioranza dei casi alla testina di lettura dell'unità a cassette, che dopo molte ore di funzionamento si sporcava oppure perdeva l'allineamento con il nastro richiedendo una regolazione dell'azimuth. Un metodo poco efficace per controllare la correttezza del caricamento in memoria da nastro prevedeva la lettura del programma e poi, in maniera invisibile all'utente, ne veniva letta un'altra copia e confrontata con quella in memoria. Se le due copie non corrispondevano, veniva generato il "LOAD ERROR". Questo significa che, in fase di salvataggio di un programma (ad esempio tramite il comando SAVE "PROVA") , questo veniva memorizzato su nastro due volte di seguito. In fase di caricamento infatti era possibile bloccare il processo oltre la metà del nastro e, dopo una sequenza di POKE, ritrovarsi il programma in memoria e funzionante.
Era inoltre possibile l'uso di loader/saver alternativi a quelli del sistema operativo, che permettevano dei caricamenti e salvataggi su cassetta più veloci. Un particolare segnale identificava l'inizio di un blocco dati (generalmente, un programma), e per poterlo trovare l'utente era generalmente costretto a scorrere lentamente la cassetta in modo Play. Il contatore di giri posto a lato della cassetta era usato come una sorta di "indice" per arrivare più rapidamente al programma voluto.
Drive per floppy disk
Il Commodore Floppy 1541
Dopo il Datassette fu disponibile il floppy disk drive 1541, che accettava dischi da 5.25" e trasferiva dati a velocità molto più elevata. Il 1541 aveva un processore 6502, simile a quello del computer principale (il 6510), e alcuni programmi lo sfruttavano come coprocessore per avere maggiore potenza di calcolo a disposizione. La presenza del microprocessore nel 1541 rendeva possibile a questa unità di operare in modo del tutto indipendente: ad esempio, era possibile formattare un floppy e, nel contempo, continuare a scrivere il proprio programma (o, addirittura, effettuare un caricamento dalla unità a nastro). L'abbinamento Commodore 64 + 1541 costituiva così un sistema multiprocessore. Una curiosità è vedere il microprocessore dell'intera famiglia dei floppy C64 (6502 a 2 MHz) di velocità doppia rispetto quella dell'unità centrale, cosa necessaria per rispettare le temporizzazioni stringenti del formato floppy.
Vennero prodotti 3 modelli di drive per il Commodore 64:
Commodore 1541 (per floppy disk da 5¼")
Commodore 1571 (per floppy disk da 5¼")
Commodore 1581 (per floppy disk da 3½")
Il drive 1541 era incredibilmente lento nel caricamento dei programmi a causa del bus seriale male implementato, che era un derivato del Commodore VIC-20.
Come nell'esempio seguente:
LOAD "*",8,1
'*' indica l'ultimo programma caricato o il primo sul disco, '8' è il numero del drive floppy e '1' indica che il programma deve essere caricato all'indirizzo della memoria indicato nel suo header (ciò vale ovviamente per i programmi compilati).
Si scoprì che la lentezza nelle operazioni del drive floppy poteva essere risolta utilizzando software più intelligente e implementando un protocollo di trasferimento migliore tra il Commodore 64 e il drive floppy. Una compagnia, la Epyx, rilasciò la cartridge FastLoad che sostituiva alcune funzioni lente del 1541, velocizzando di 5 volte il caricamento dei programmi. La cartridge ebbe grande successo: molti rivenditori Commodore mettevano in vendita il drive 1541 con la cartridge Epyx.
Come alternativa gratuita alle varie cartridge FastLoad, furono creati numerosi programmi turbo-loader (acceleratori di caricamento), anche se avevano bisogno di essere caricati dopo ogni reset. I migliori di questi acceleratori erano capaci di aumentare la velocità di caricamento di circa 30 volte, a dimostrazione della cattiva implementazione del bus.
Pochi anni dopo, uscì la nuova versione, il drive 1541-II. Le uniche differenze furono la presenza di un alimentatore esterno e maggiore integrazione dei circuiti, per ridurre i costi.
La Commodore vendette anche un adattatore IEEE-488-standard, che poteva essere inserita nella porta d'espansione. Solo pochi potevano permettersi quest'espansione che sfruttava i drive IEEE, come la SFD-1001 1-megabyte, con i dischi da 5¼ pollici, i drive 4040 e 8050 e l'hard disk 9060/9090. A causa della lentezza del 1541 e del costo dell'adattatore e dei drive IEEE, furono venduti dei floppy drive non ufficiali che offrivano maggiore velocità rispetto al 1541, al costo di una minore compatibilità.
Uno dei vantaggi del bus seriale fu la possibilità di formare una catena di hardware: una periferica (un disco drive o una stampante) connessa al Commodore 64 e le altre connesse una all'altra. Questo permise alla Commodore di produrre (attraverso terze parti) la rarissima Commodore 4015, o switch VIC. Questo permetteva di connettere fino a 8 Commodore 64 e condividere le loro periferiche.
Comunicazione via seriale
Un modem per il Commodore 64
Il basso costo dei modem favorì la diffusione di queste periferiche per la telecomunicazione. Negli Stati Uniti, la Quantum Computer Services (più tardi America Online) offriva un servizio online chiamato Quantum Link per il C64 che permetteva chat, downloads e giochi online. In Inghilterra, Compunet era un servizio online molto popolare per gli utenti C64 (anche se richiedeva modem speciali forniti dalla Compunet), dal 1984 fino ai primi '90. In Germania, le leggi restrittive sull'uso della telefonia rallentò la diffusione dei modem.
Come nel VIC-20, C64 era privo di un vero chip UART come il 6551 e utilizzava un emulatore software. Questo limitò la velocità del bus a 2400bps. Cartridges di terze parti con chip UART offrirono prestazioni migliori.
Altre periferiche
Postazione completa, in evidenza il monidtor Commodore 1701
Il Commodore 1701/1702 era un monitor a colori da 13 pollici.
L'espansione di memoria ufficiale Commodore, modello 1764, era fornita assieme ad un alimentatore potenziato e conteneva 256 KB di memoria RAM.
Il più famoso tra i pochi software a farne uso è stato il sistema operativo grafico GEOS.
Come per la famiglia degli Apple II, unità di accelerazione fornite da terze parti fornirono una velocità della CPU maggiore. A causa dei limiti del timer del chip VIC-II, gli acceleratori del C64 erano molto più complessi e costosi da implementare rispetto a quelli costruiti per gli altri computer. Gli acceleratori basati sul Western Design Center WDC 65C02, che di solito funzionavano a 4 MHz, e sul 65816 (fino a 20 MHz), comparirono sul mercato troppo tardi e ad un prezzo di 199 dollari, ed ebbero quindi una diffusione limitata.
La periferica prodotta da terze parti più interessante fu la SuperCPU della Creative Micro Designs che aumentava la frequenza della CPU a 20 MHz e fino a 16 Mb di RAM, se si disponeva della SuperRamCard. L'unico problema era che non c'era molto software che supportava la SuperCPU, ad eccezione di un Browser Web chiamato the Wave, un sistema operativo grafico stile UNIX o QNX, chiamato Wings (supportava il multitasking e aveva un client IRC e un programma email), alcuni demo e il videogioco Metal Dust, uno sparatutto. Altra incredibile e semisconosciuta periferica era il "Moog Song Producer", interfaccia MIDI prodotta dalla Moog http://moogarchives.com/insong.htm .
Ad oggi vengono ancora prodotte nuove periferiche, principalmente per la memorizzazione in massa.
Una stampante ad aghi MPS-801 per Commodore 64
Sistema operativo
La schermata iniziale del Commodore 64
Il Sistema Operativo del Commodore 64 era costituito da tre componenti, separati ma interdipendenti. La particolare architettura che permetteva al C/64 una modalità di indirizzamento della RAM "al di sotto delle ROM" permetteva modifiche in software a componenti del sistema, spesso mostrate a titolo di esperimento negli articoli delle riviste specializzate. Tali modifiche, ovviamente, andavano perdute allo spegnimento.
Il KERNALL'editor di schermoL'interprete BASIC ( Commodore BASIC )
Il KERNAL era il kernel adottato dai Commodore 8-bit, utilizzato per la prima volta nel Commodore PET 2001 (1977), via via aggiornato nel corso degli anni. Esso è un insieme di routine preposte alla gestione dell'I/O (gestione dello schermo, della tastiera e di tutte le varie periferiche). Le routine potevano anche essere chiamate dall'utente mediante una jump table standardizzata: in questo modo, le chiamate alle routine presenti su tutte le versioni del KERNAL funzionavano correttamente su tutti i modelli Commodore 8-bit (nonostante le differenti mappe di memoria). I programmi in linguaggio macchina potevano così essere scritti più rapidamente, ed avevano un ragionevole grado di portabilità. Le subroutine di IRQ (interrupt) e NMI (non-maskable Interrupt) erano collocate in questa ROM: per evitare un blocco del sistema, i programmi che accedevano in lettura alla RAM sottostante vi dovevano piazzare precedentemente una finta routine NMI e disattivare l'IRQ. Il bus era concepito in modo tale che le scritture avvenivano in RAM anche quando la lettura era possibile dalla ROM.
L'editor di schermo era il programma preposto alle funzioni di immissione del testo da parte dell'utente, alloggiato nella medesima ROM del Kernal.
L'interprete BASIC, di diretta derivazione del Microsoft BASIC dell'allora neonata ditta di Redmond, consentiva all'utente di scrivere i programmi in BASIC, e più in generale di interagire con il sistema operativo, immettendo dei comandi nel modo diretto (come il comando LOAD per caricare un programma, oppure i comandi di gestione dell'unità a disco 1541). In questo modo era possibile interagire con la macchina. L'interprete usato nel C64 è il CBM BASIC V 2.0, privo di comandi per la gestione della grafica bit-map, sprite e di gestione del suono. In ogni caso, erano disponibili come estensione il Simons' BASIC e numerosi altri interpreti, sia di tipo generico che specializzati. Tali estensioni del Basic erano in qualche raro caso disponibili sotto forma di cartridge, benché ad esempio il Simons' Basic fosse disponibile anche come software puro. La scrittura di tali estensioni diventò un'attività sufficientemente diffusa nella seconda metà degli anni ottanta, quando in Italia videro la luce alcune produzioni notevoli, tra cui le routine grafiche di Danilo Toma per disegnare in wire-frame in tre dimensioni ed un emulatore (così chiamato dalla Systems che lo produsse, ma sarebbe più corretto oggi chiamarlo "simulatore") del GW-Basic dei PC IBM. La grafica ed il suono potevano essere gestiti anche da BASIC 2.0, utilizzando le istruzioni PEEK e POKE, rispettivamente per leggere e modificare un valore nella memoria (gli adattatori di interfaccia dei sistemi Commodore 8-bit erano infatti mappati in memoria). Tecnicamente, il BASIC ha bisogno del KERNAL per funzionare, ma non vale il viceversa: programmi in linguaggio macchina, una volta lanciati, disattivavano spesso la ROM BASIC per guadagnare ulteriori 12KB di memoria contigua (gli 8 liberati dalla ROM del Basic e un'area da 4KB successiva) rispetto ai 38 originali.
Per quanto riguarda la visualizzazione dei caratteri, un chip ROM di 4K (detto "generatore dei caratteri") conteneva le bitmap 8x8 del particolare doppio set di caratteri di questi computer, in grado di offrire due tipi diversi di visualizzazione: maiuscolo/simboli (default all'accensione) e minuscolo/maiuscolo, con la posizione delle maiuscole e minuscole scambiata rispetto allo standard ASCII. Tali caratteristiche sono ereditate direttamente dal VIC-20. Era possibile ordinare al circuito grafico (VIC-II) di leggere le forme dei caratteri sulla RAM, in modo da poter utilizzare un set di caratteri personalizzato. Una versione svedese e una giapponese del Commodore 64 comprendevano una differente ROM dei caratteri e le necessarie modifiche al Kernel per gestirla. La versione giapponese aveva i caratteri locali collocati al posto dei simboli accessibili tramite il tasto modificatore col marchio Commodore (C=) ed il tasto Shift Lock diventava "C= lock". Un cenno particolare meritano gli emulatori software scritti per Amiga, PC ed altri computer, che in qualche caso permettevano di caricare da file versioni alternative di ognuna delle ROM, includendo talora una versione ridisegnata dei caratteri di sistema.
Nel 1986 fu sviluppato, dalla Berkley Softworks, un sistema operativo con interfaccia grafica: GEOS (Graphical Environment Operating System), che ottenne un buon successo e che fu reso disponibile anche per il Commodore C128.
Progetti alternativi e quasi sempre di stampo amatoriale, come il sistema Lunix (Little Unix, da non confondersi con Linux), sono tuttora disponibili tramite siti FTP che contengono software per questa classe di computer. Fanno eccezione, per richiesta della Tulip che ne detiene i diritti, proprio le immagini delle ROM originali del sistema, scomparse anche dove presenti in precedenza.
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Varianti
Il case del primo modello
Ad un primo esame i case del Commodore 64 possono sembrare tutti uguali. In realtà all'inizio della produzione, Commodore utilizzò il case del Commodore VIC 20 ma con un diverso colore. Successivamente con lo sviluppo, nel 1982, del VIC 20 CR (Cost Reduction) fu prodotto un case identico nelle forme ma più basso (slim case). Il case slim fu adottato anche per il futuro Commodore 16.
Commodore 64 - Prima versione
Il primo, abbastanza raro, commodore 64
La primissima versione, che si distingue per via della placchetta argento recante la scritta "Commodore" da un lato e "64" dall'altro]. Questa versione è chiamata "Silver Label" dai collezionisti nelle aste online. Le versioni "Made in USA" hanno il logo Commodore stampato su una etichetta in alluminio satinato mentre quelle prodotti in Germania si differenziano per l'etichetta adesiva in plastica liscia. Presenta la classica forma a "biscotto" ed i tasti funzione grigi o arancioni (meno diffusi).
I "silver label" montano la scheda madre ASSY 326298, la "original" come veniva chiamata internamente dalla Commodore, quella derivata direttamente dai prototipi. Dall'esterno la si può riconoscere per via del connettore video a 5 pin. Esiste anche una versione chiamata da alcuni "la scheda misteriosa" perché priva del numero di identificazione del modello (ASSY). Questa scheda è datata 1982 e riporta sul retro il numero di FAB 251022. Esteticamente questa scheda è una via di mezzo tra la "original" e la successiva ASSY 250407. Presenta infatti la medesima disposizione degli integrati della ASSY 326298, ma connettore video a 8 pin e sezione di alimentazione / condensatori simile alla ASSY 250407. Su entrambi i modelli è sempre presente il chip VIC II in ceramica. Al contrario il chip sonoro SID nello stesso materiale è estremamente raro.
Commodore 64 - Seconda versione
Commodore 64 - la seconda versione - più diffusa
La versione più diffusa: colore grigio con il tipico arcobaleno vicino alla scritta "Commodore 64". Esistono sia in versione con tasti funzione arancioni che grigi. Anche qui sono molto più comuni i tasti grigi. A seconda dei mercati in questo modello possiamo trovare 4 tipi di scheda madre. Le più diffuse, sia in Europa che Stati Uniti, sono la "version A board" del 1983 (ASSY 250407-04) e la "version B board" del 1984 (ASSY 250425). Su qualche prima serie del 1983 è ancora possibile trovare il prezioso chip VIC II in ceramica. Rarissime invece su questo modello, e presenti solo sul mercato Europeo, le versioni di transizione e cioè le vecchie FAB 251002 e la "version B-2 board" (ASSY 250441-01). Infine, solo nei C64 prodotti in USA è possibile trovare qualche ASSY 326298 del 1982.
Le recenti ricerche, indicano che il passaggio dal logo "Silver" al logo colorato dovrebbe essere avvenuto, sempre nei C64 made in Usa, intorno al numero seriale S...40000.
Commodore MAX
Commodore MAX - Versione molto rara commercializzata solo in Giappone
Anche conosciuto come Ultimax o Vic 10, era un Commodore 64 con appena 2,5kB di memoria, tastiera a membrana e ridotto numero di porte prodotto esclusivamente per il mercato giapponese. Era pensato come console per videogiochi.
Commodore SX-64 Executive
Il Commodore 64 "portatile" - C64 SX
Una versione portatile del Commodore 64 con monitor a colori, tastiera separata e unità a dischi 1541 interna. Inizialmente annunciata con il nome SX-100 e uno schermo monocromatico, fu fatta evolvere in questo prodotto. Risulta prevista anche una versione DX-64 con doppio drive. Il codice di una delle ROM di questo computer fu modificato rispetto all'originale, con diversi colori di default all'accensione (più simili a quelli del Commodore VIC-20) e la disattivazione del codice per il funzionamento dell'unità a cassette, non prevista in questo modello. Anche la combinazione di tasti Shift+RunStop, una famosa scorciatoia per il LOAD (caricamento) di un programma da nastro, fu modificata per l'uso del drive interno.
L'SX-64 Executive fu il primo computer portatile a colori
Commodore Educator 64
Il Commodore Educator 64 anche noto come PET64 o CBM4064, aveva un case simile al Commodore PET serie 4000 ed era pensato per il mercato educational statunitense. Queste unità erano normalmente ricavate da schede madri in origine guaste, successivamente riparate e ricarrozzate.
Commodore 64 Golden Edition
Per commemorare il milionesimo Commodore 64 prodotto in Germania, la Commodore tedesca (Commodore Büromaschinen GmbH) produsse una versione speciale in edizione limitata, chiamata (in tedesco) Golden Edition.
Il computer era dorato ed avvitato su una piastra decorata con disegni di circuiti. La piastra recava una targhetta, che recitava:
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Vennero presentate 200 unità (numero di serie 1'000'000 - 1'000'199) presso il museo BMW di Monaco di Baviera, affittato per l'occasione dalla Commodore: i computer non vennero venduti al pubblico, ma dati in quella manifestazione a rappresentanti della stampa e dell'economia. La macchina numero 1'000'058 venne donata alla rivista tedesca "64'er". Su questi computer era indicato il numero di serie, scritto a penna, di fianco al logo Commodore. Inizialmente dovevano venirne prodotti solo 150, ma i numeri di serie arrivano a circa 350, forse 1000.
Sebbene lo scopo di questi computer fosse commemorativo e decorativo, erano macchine perfettamente funzionanti.
Commodore 64C
Un Commodore 64 con case ridisegnato di profilo più basso color crema e scheda madre più compatta, completamente reingegnerizzata. Le prime unità prodotte avevano le serigrafie della tastiera identiche a quelle del modello classico, mentre le successive ricevettero un nuovo disegno ed una disposizione diversa dei simboli, tutti sulla faccia superiore del tasto, vi e' anche notizia di una terza versione scoperta recentemente (chiamata "joints") in cui al posto di molte viti vi sono dei ganci integrati nel case che lo chiudono e tengono ferma la tastiera con i nuovi disegni.
Nel 1987 venne venduta una versione con incluso l'Adattatore Telematico 6499. Si trattava di un modem 1200/75 baud (per l'accesso ai servizi Videotel) e 300/300 baud. Una versione argentina di questo modello era assemblata localmente dalla società Drean per assecondare un particolare regime fiscale riservato all'industria locale e si riconosceva, oltre che per una differente etichetta di identificazione, per il LED di accensione tondo anziché rettangolare. Sul C64 C possiamo trovare tre tipi di board.
La ASSY 250425 del 1984 ereditata dal vecchio modello e montata in esigue quantità solo dalla fabbrica tedesca, la ASSY 250466, identica alla precedente ma con 64K distribuiti su 2 chip invece di 8 e infine l'ultima evoluzione delle schede commodore 64 con la ASSY 250469 ad alta integrazione (board revision BN/E) utilizzata anche sul C64 G. Va precisato che fino al 1987 almeno due ASSY diverse coesistevano nella produzione, quindi è possibile trovare C64 C recenti dotati delle vecchie schede. Solo a partire dalla fine del 1988 si è assistito ad una capillare diffusione della Revision BN/E su tutte le linee di produzione. Interessante notare che mentre nella prima serie, il case, seppur prodotto da varie fabbriche esibiva standard qualitativi pressoché identici, sul 64 C troviamo notevoli differenze tra i due tipi. Il case più economico fletteva sotto il peso della board e della tastiera producendo il classico scricchiolio. L'altro utilizzava plastiche migliori e molto più spesse dando l'idea (reale) di notevole solidità. Il C64 C veniva prodotto nelle fabbriche Commodore dislocate in Germania, Hong Kong e Cina.
Commodore 64 "ALDI"
Commodore 64 ALDI - 1987
Versione prodotta nel 1987 esclusivamente negli USA ma riservata al mercato tedesco. Fu soprannominato ALDI dalla rivista tedesca "64'er Magazine", perché era frutto di un accordo commerciale tra la Commodore e catena di supermercati ALDI. Sulla targhetta identificativa viene riportato semplicemente "C 64". Il C64 "ALDI" riprende la forma e il colore del 64 originale, ma con tastiera bianca del Commodore 64 C prima serie e scheda madre ASSY 250469. Il ritorno al vecchio case fu probabilmente una mossa commerciale per differenziare il prodotto da quello disponibile presso i rivenditori specializzati, leggi Commodore 64 C, visto che il 64 "ALDI" veniva offerto ad un prezzo da "discount".
Commodore 64G - 1989
Introdotto verso la fine del 1989 segna il ritorno al case originale, questa volta però di color crema. Conosciuto anche come C64 III o C64 BN/E, montava l'ultima evoluzione di scheda madre già introdotta con il Commodore 64C, la ASSY 250469. Tipico del mercato tedesco e prodotto per assicurare la compatibilità con una tastiera musicale in plastica che si agganciava al di sopra del C/64. Un accessorio simile fu prodotto anche in Italia, dalla società SIEL: il programma era CMK25, abbinato al corso di musica "7 note bit" dell'editore Jackson. In occasione di una ristampa, Jackson produsse un differente accessorio, specifico per il 64C.
Commodore C64G - 1990
Commodore 64 Games System (a volte abbreviato come C64GS) è una console prodotta da Commodore nel 1990 e commercializzata nella sola Europa. Come dice il nome stesso, l'hardware della console è basata su quello del Commodore 64, del quale condivide praticamente tutto ad esclusione della tastiera e delle porte di espansione; quest'ultime in realtà sono presenti sulla scheda madre ma non sono normalmente utilizzabili per la conformazione del case. Per diverse ragioni, il GS ha ottenuto uno scarso successo di vendite, ed è stato prodotto in un numero limitato di modelli (fra i 5 000 e i 10 000).
Il C64GS ha conosciuto scarso successo per diversi motivi:
Scarsa libreria di software: la maggior parte del software del Commodore 64 mal si adattava ad essere convertito per l'uso sul GS, data la mancanza di una tastiera e di un secondo bottone sul joystick; infatti molti titoli richiedevano la pressione di un altro tasto (oltre a quello di sparo presente sullo stick) per essere utilizzati correttamente. Per questo motivo alcune case come Ocean Software, Codemasters, System 3, Microprose e Domark cominciarono a scrivere titoli appositamente per il GS, o a modificare quelli esistenti, ma erano comunque una piccola parte di quelli già disponibili per il C64.
Il Commodore 64: uscito nel 1982, il suddetto home computer si trovava a prezzi ben più economici, rispetto alle 99.99£ del GS; gli stessi videogiochi su cassetta erano molto meno costosi di quelli su cartuccia, e questi ultimi potevano essere usati anche sul normale C64.
Tecnologia obsoleta: l'hardware, che aveva ormai 8 anni sulle spalle, non poteva competere con i ben più potenti sistemi a 16-bit che stavano contemporaneamente affacciandosi sul mercato, come Sega Mega Drive e Super Nintendo; inoltre erano già presenti Nintendo Entertainment System e Sega Master System.
- Microprocessore:
- MOS Technology 8500
- Velocità clock: 0.985 MHz (PAL)
- RAM:
- 64 kB (65,535 bytes).
- 0.5 KB Color RAM
- ROM:
- 20 KB
- Video: MOS Technology VIC-II MOS 8569 (PAL)
- 16 colori
- Modalità testuale: 40×25;
- Modalità bitmap: 320×200, 160×200 (multicolor)
- 8 sprite hardware, 24×21 pixels
- Sonoro: MOS 8580 "SID"
- 3 voci, ADSR programmabile.
Commodore C64DX (C65) - 1991
Nel 1991 vennero creati una cinquantina di prototipi chiamati C64DX (come appare sullo schermo di alcuni esemplari). Nonostante il nome, i cambiamenti questa volta non si limitavano all'estetica, ma anche il software e l'hardware erano significativamente diversi (tanto che in prototipi successivi presentavano la sigla C65[11]): la nuova macchina era dotata di un drive floppy 1581 integrato, un nuovo modello di processore (CSG 4510) con una maggiore frequenza di clock (3,54 MHz), un nuovo chip video (VIC-III), due chip audio invece di uno (e di un nuovo modello), memoria raddoppiata (128 Kb), tastiera ridisegnata, una versione aggiornata del BASIC (v10.0) e nuove modalità grafiche[12]. Questo modello non venne però mai commercializzato e i pochi che sono stati realizzati furono venduti durante le aste di liquidazione dell'azienda. Anche questo è un modello rarissimo.
Siamo nei primissimi anni 90. Mentre il dominio dell'Amiga cominciava a scricchiolare sotto i colpi delle prime VGA per PC, alla Commodore si lavorava per fare quello che nessuno si aspettava: riportare in vita l'home computer più venduto al mondo.
Signore e signori, la bestia mitologica degli 8 bit, il sogno proibito di ogni collezionista Commodore, il Rocky Balboa degli home computer: il Commodore 65.
Il Commodore 65 era una versione ultrapompata del suo predecessore. Come processore montava un CSG 4510 R3, che altro non era che una variante del 6502 del Commodore 64, clockato a 3,54 MHz (a confronto, la CPU del 64 viaggiava a 1 MHz, mentre il 68000 dell'Amiga 500 andava a circa 7 MHz). Il chip fu progettato da Victor Andrade, che in seguito avrebbe progettato il K7 per AMD.
La sezione grafica era affidata al VIC-III, erede del VIC-II del C64 (e del VIC del VIC 20) progettato da Bill Gardei. Sicuramente l'elemento di maggior rilievo, il VIC-III poteva visualizzare fino a 256 colori contemporaneamente (da una palette di 4096 complessivi) ad una risoluzione di 320x200 o 640x200. Erano possibili anche risoluzioni maggiori, ma con un numero inferiore di colori: 640x400 e 1280x200 a 16 colori, e 1280x400 (!) a 4 colori.
Per il sonoro, il Commodore 65 si avvaleva di DUE chip SID, per andare in stereo. Quando si dice old-school...
La RAM ammontava a 128k, ma la si poteva espandere fino a 8 megabyte (!) con una schedina da infilare in uno sportellino situato nella parte inferiore dello chassis, stile Amiga 500.
Il Commodore 65 integrava un disk drive interno da 3 pollici e mezzo, posizionato per inserire i dischetti dal davanti, e non di lato come negli Amiga 500.
Un Commodore 65 aperto - notate lo spazio al centro, riservato per la scheda d'espansione RAM
All'accensione veniva caricato il Commodore BASIC 10.0, netta evoluzione della versione 2.0 del predecessore (e simile al Commodore BASIC 7.0 del 128). Il tutto però non arrivò a essere completato al 100%, così che molti dei comandi descritti nella documentazione preliminare restituiscono un ?UNIMPLEMENTED COMMAND ERROR.
Il Commodore BASIC 10.0 - copyright Microsoft...!
Il Commodore 65 era (quasi) compatibile col suo predecessore. Secondo alcune stime il tasso di compatibilità si attestava intorno al 70%, ma in realtà qualsiasi codice che si basasse strettamente sui timing della macchina originale (come ad esempio molti tipi di protezioni anticopia, o di turboloader) era destinato a non girare.
Nel 1991 il progetto Commodore 65 fu cancellato, ma nel frattempo erano stati realizzati diversi prototipi della macchina. Quando la Commodore fallì, nel 1994, molti di questi esemplari arrivarono sul mercato - si ipotizza che in totale ne esistano tuttora in circolazione dalle 50 alle 2000 unità.
Non tutti i Commodore 65 fuoriusciti dalla casa madre sono uguali tra di loro. Sono state segnalate almeno sei diverse revisioni della scheda madre, così come diverse varianti dei singoli chip, non tutte compatibili tra di loro. Anche per quanto riguarda l'esiguo parco software nativo, alcuni programmi girano su determinate versioni del sistema, ma non su altre.
Le singole unità oggi in circolazione si presentano in maniera più o meno completa: i più fortunati possiedono il sistema completo e funzionante, e pochissimi hanno anche scatola, imballaggi e manualistica. Altri si devono accontentare di unità non funzionanti, della sola scheda madre, o addirittura di singoli chip.
Oggi un esemplare completo e funzionante può arrivare a valere cifre anche piuttosto sostanziose: su eBay qualche mese fa ne è stato venduto uno a 9.000 euro. Ovviamente si tratta di una cifra spropositata se rapportata al valore intrinseco di una macchina che, a pensarci bene, non sarebbe stata realmente competitiva neanche ai suoi tempi.
Ma in fondo sono cifre giustificate se si pensa che il Commodore 65 è un pezzo unico, un oggetto fuori dal tempo, quasi proveniente da una realtà alternativa. L'ultima, decaduta divinità dell'olimpo che un tempo governava l'informatica.
Commodore 64 DTV
Il Commodore 64 DTV (dove "DTV" sta per "Direct-to-TV") è una console per videogiochi prodotta ai giorni nostri (primi anni 2000) da Tulip BV. La console è tutta "contenuta" nel "joystick" e contiene "built-in" 30 videogiochi classici. È possibile anche effettuare hacking vari che ne rendono addirittura possibile la connessione ad una tastiera PS2 e ad un drive 1541-compatibile[13]. Al suo interno vi è un unico circuito integrato ASIC funzionante internamente a 32 MHz, che emula la CPU 6510, il VIC-II, il SID, il CIA, ed il PLA
Il nuovo Commodore 64
La società americana Commodore USA ha acquisito i diritti del vecchio Commodore 64, ed ha ideato un PC esteticamente molto simile al predecessore (PC64), ma con processore Intel Dual Core Atom 525, scheda Nvidia Ion2, lettore/masterizzatore DVD (o Bluray), memoria DDR3 da 2 o 4 GB, hard disk da 1TB e con sistema operativo a scelta (Windows o una distribuzione Linux chiamata Workbench 5.0); dal punto di vista software sarà dotato sia di un proprio sistema operativo Commodore OS (pubblicato l'11/11/2011). Questo sistema operativo dovrebbe essere anche in grado di emulare software dei classici modelli Commodore come Amiga e C64. È stato annunciato a marzo 2010 e sebbene secondo il sito ufficiale sarebbe stato commercializzato a fine 2010, ha visto la luce il 5 aprile 2011 vendendo tutti gli esemplari disponibili nel giro di 24 ore rendendo necessaria un prenotazione con attese di oltre 20 giorni per i nuovi approvvigionamenti. Attualmente Commodore USA vende 3 diversi modelli del C64, una linea di PC compatti chiamati VIC Slim e Plus (che nulla ha a che fare con l'originale Vic-20) e sono previsti 4 modelli di Amiga (1000,2000, 3000 e 4000) preceduti da Un Commodore Amiga Mini previsto per la primavera 2012.
http://www.commodoreusa.net/CUSA_C64.aspx
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Video sul Commodore 64
Spot pubblicitari anni 80 sul Commodore 64
Presentazione dimostrativa
presentazioni, siti, immagini, manuali e riviste
Video sul Commodore 64 contenente:
- una presentazione in PowerPoint in inglese
- una presentazione in PowerPoint in tedesco
- immagini dal sito di Ready64
- immagini dal sito di Edicolac64
- immagini del gioco "International Soccer"
- immagini del gioco "Mondiale '86"
- immagini del gioco "Soccer Replay II"
- immagini del gioco "Emlyn Hughes International Soccer"
- immagini dai manuali ufficiali del Commodore 64 ed altri manuali
- immagini da riviste
- immagini dal sito di Wikipedia
- immagini da vari siti
i 100 giochi migliori più spot
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Riaccendi il tuo commodore 64
Se hai un commodre 64, si trovano ancora in vendita su ebay a prezzi accessibili, puoi riaccenderlo e dargli nuova vita con varie periferiche in commercio. In particolare periferiche di massa, sarà possibile, quindi, anche senza floppy o tape far girare programmi e giochi direttamente dal Commodore 64:
Commodore C64SD v2.0 Infinity
Cos'e' la C64SD ?
Un'interfaccia Plug&Play che emula il floppy drive del Commodore. Hardware/Firmware Atmel 1284P con SD2IEC . Ti serve solo una SD (secure digital) dove avrai caricato il mio package di giochi o altri.
Accendi il tuo Commodore Carica i tuoi giochi preferiti e rivivi i tuoi ricordi.
Fonte: http://www.manosoft.it/
Fonti: WIKIPEDIA e altri
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10 aprile 2012
Addio Mr Commodore 64: è morto Jack Tramiel
Ebreo polacco sopravvissuto ad Auschwitz, inventò il celebre computer (oltre al Vic 20 e al 128). E ne vendette a milioni
Quella tastiera squadrata e quello schermo viola, hanno segnato l'infanzia di tantissimi italiani tra i 35 e i 45. Oltre ad aver alfabetizzato all'informatica milioni di persone in tutto il resto del mondo.
Già, il Commodore 64, il leggendario e monolitico computer (ma anche il cugino Vic 20 e il concorrente Atari) non esisterebbero se non li avesse inventati Jack Tramiel. Che se ne è andato, domenica sera, all'età di 83 anni.
LA COMMODORE INC. - Figlio di ebrei polacchi, sopravvissuto ad Auschwitz, Tramiel emigrò negli Usa all'inseguimento di un sogno. Come tanti che poi avrebbero sfondato nell'informatica, iniziò anche lui con le macchine da scrivere. Prima facendo manutenzione per l'esercito americano, poi mettendosi in proprio e fondando appunto la Commodore Inc. Leggenda vuole che la chiamasse così perchè innamorato del gergo militaresco. E perché admiral e coronel erano già stati presi da altre società.
INVASE IL PIANETA- Tramiel passò poi alla vendita di calcolatori elettronici e, con l'aiuto di valenti tecnici, lanciò all'inizio degli anni'80 prima il Vic 20, poi il Commodore 64 e infine il 128. Abbassando i prezzi e popolarizzando il computer per tutti, quando i contemporanei Pc e Mac erano fuori portata, la Commodore invase il pianeta. Ma con questa politica aggressiva spinse forse troppo l'acceleratore Tramiel, litigò con i soci e mollò l'azienda per passare alla nemica Atari, nel 1984. Poi il lento declino di questa generazione di computer coincise con il declino personale di Tramiel, mentre il testimone della missione telematica veniva trasmesso definitivamente a Microsoft e Apple. Ma se non ci fosse stato lui, con quella tastiera squadrata e quello schermo viola....
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Si ringrazia per la concessione del seguente articolo le testate:
- AmiWorld On-Line (WEB Magazine numero uno in italia per Amiga) HTTP://www.amiworld.it
- Quantum Leap
L'articolo che segue è estratto dall'intervento di Amanda Mazzucchi presso IPISA '97 relativo al capitombolo tragico di mamma Commodore (Amanda Mazzucchi ha effettuato la sua tesi di laurea proprio su questo argomento), focalizzando le ragioni del fallimento attraverso gli ultimi ritrovati del marketing.
Secondo Amanda "Le cause del fallimento di Commodore sono, a nostro parere, da attribuirsi principalmente al gap di comunicazione tra il settore della Ricerca e Sviluppo e quello commerciale nella gestione di un'innovazione radicale: Amiga". Più avanti Amanda dirà "Dal momento in cui Commodore decide di svilupparla secondo il progetto iniziale di Jay Miner [Un computer per tutte le esigenze ndPetty], ci si trova davanti alla scelta critica di selezionare il mercato a cui rivolgersi". Il management non comprende, a causa dell'incomunicabilità con il reparto di Ricerca e Sviluppo, le potenzialità della macchina, lasciando che si posizionasse spontaneamente in un settore che le era molto congegnale: il mondo videoludico. "Nulla di male, per carità, se non fosse che il sitema aveva ben altre potenzialità. Commodore trascurò colpevolmente mercati verticali di ben più alto profilo con prospettive di sviluppo a livello professsionale, nei quali Amiga si era, o con un piccolo sforzo si sarebbe, collocato in una posizione di dominio incontrastato" (tratto da "Tutto quello che non avete mai saputo di Amiga (e nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontarvi)", Atti Ipisa '96, un must per tutti!).
Altro motivo predominante in quello shangai di cause ed effetti che hanno determinato il fallimento, è la mancata differenziazione dei vari modelli Amiga. "Dal momento che nell'immaginario collettivo Commodore è sempre stata associata a macchine low-end e che Amiga 500 sembra seguire la tradizione, anche se con le dovute differenze tecnolgiche, sarebbe stato a nostro parere necessario dare una connotazione fortemente diversa ad Amiga 2000. Portando lo stesso nome della versione low-end, si poteva creare più di un malinteso, ad esempio il pubblico poteva pensare che si trattasse solo di una potentissima macchina da gioco". Amanda sottolinea l'incredibile miopia del pubblico informatico, che anche ora non è ancora pronto per la rivoluzionaria idea di Jay Miner: un computer per tutte le esigenze.
Altro gravissimo errore è stata una pessima gestione dell'innovazione. Infatti gestire un'innovazione richiede "una organizzazione globale originale dell'azienza" ed è spesso poco conveniente. Copiare, riproporre in altre vesti, (cfr. articolo Canali) è paradossalmente più conveniente che creare ex-novo qualcosa di radicalmente originale e performante.
L'intervento di Amanda ad IPISA '97 ha stregato il pubblico, portando ad un dibattito sulle cause della morte della Commodore. Grazie alla competenza di Amanda Mazzucchi (che ricordiamo aver scritto una tesi universitaria sull'argomento) sono stati svelati molti altarini. Personalmente mi ha colpito una dichiarazione di Sergio Ruocco, più volte intervenuto: il management di Commodore era composta da gente con notevoli esperienze (e croci in giardino) nel cavar più denaro possibile a società destinate al fallimento... Che alla Commodore non interessasse niente di Amiga l'avevamo capito, ma che volesse intenzionalmente affossarla è davvero sconvolgente!
Ecco l'interessantissimo intervento sul fallimento di Commodore a cura di Amanda Mazzucchi.
R&S a confronto con le strategie di marketing: storia di un fallimento
Le cause del fallimento di Commodore International sono, a nostro parere, da attribuirsi rincipalmente al gap di comunicazione tra il settore della Ricerca e Sviluppo e quellocommerciale nella gestione di un'innovazione radicale: Amiga.
Cercheremo di mettere a fuoco quelle che risultano essere le "scelte critiche":
- la gestione di un'innovazione radicale a livello di management
- il posizionamento di Amiga sul mercato
- la differenziazione del prodotto Amiga.
(Le seguenti considerazioni fanno riferimento al mercato dei computer attorno alla metà degli anni '80).
Il modello del ciclo di vita della tecnologia nel settore informatico
Amiga è un'innovazione radicale: come tale presenta caratteristiche tanto avanzate da superare ogni attesa del mercato e assicura prestazioni "fuori scala" rispetto a qualunque soluzione tradizionale con cui non é possibile quindi un confronto.
Nel modello del ciclo di vita della tecnologia di Abernathy Uterback Amiga rappresenta una delle prime generazioni di prodotto, che nascono nella fase fluida.
Per l'innovazione radicale esistono piu' sbocchi di applicazione: alcuni destinati a sfumare mentre altri a prendere sempre piu' piede.
Il settore dei computers presenta una tale vivacità nell'evoluzione tecnologica, tante sono le innovazioni che il modello Abernathy può essere applicato solo come un ciclico riproporsi della fase fluida.
Non si può in definitiva parlare di un'innovazione che influenza il mercato in modo definitivo, cui fanno seguito variazioni e specializzazioni della stessa fino all'affermarsi di un modello leader definito stereotipo.
Nel mondo informatico i tempi sono notevolmente accorciati, piu' innovazioni tecnologiche possono susseguirsi in poco tempo e la definizione stessa di stereotipo diventa difficile da un punto di vista tecnico-scientifico perchè in breve ciò che sembrava essere una sicurezza, una soluzione definitiva può venire stravolta e sostituita: la parabola riparte quindi dal punto di partenza, ripercorre gli stadi della fase fluida senza necessariamente arrivare ad uno stereotipo per poi essere nuovamente stravolta.
La terza fase, quella della maturità è praticamente sconosciuta nel mondo dell'informatica.
Nel caso del personal computer IBM compatibile con software Microsoft è "atipico": nonostante sia tecnicamente strutturato in modo obsoleto rispetto ad altre macchine presenti sul mercato, si è imposto a livello commerciale quasi a livello di monopolio.
Si è creata in definitiva una netta contrapposizione tra il grande pubblico, con una scarsa cultura informatica e l'ambiente tecnoco-scientifico.
La maggior parte del pubblico non è, a nostro parere, pronto ad accettare le evoluzioniche si susseguono così rapide in campo informatico e, paraddossalmente, finiscono per affermarsi sistemi meno evoluti.
Nel modello del ciclo di vita della tecnologia il sistema di collegamento tra scienza, tecnologia e impresa è definito "spazio di trasferimento".
Il legame tra tecnologia e prodotto nuovo avviene attraverso l'individuazione degli utenti e lo sviluppo di un'esperienza specialistica; solo successivamente si operano scelte di investimento.
Nel caso di Commodore risulta strategicamente vitale riuscire ad accordare le esigenze delmercato le caratteristiche di Amiga: prima fra tutte si impone la necessità di conoscere le caratteristiche tecniche di Amiga.
Il problema del posizionamento di Amiga
Amiga viene presentata sul mercato nel luglio del 1985, non ancora completata, non se ne può ancora realizzare un posizionamento a livello di immagine sul mercato, scegliere cioé se presentarla come home, personal o high-end computer.
Commodore registra in quello stesso anno un fatturato di 889 milioni di dollari con un ricavo lordo di 170 milioni circa.
Per un computer "atipico" come Amiga, è difficile scegliere di posizionarlo in una delle tre grandi fasce del mercato: il prezzo è simile a quello di un personal computer; nella sua veste ufficiale Amiga è sempre stata apprezzata per le sue appariscenti qualità da macchina da gioco, come home computer, dunque, e tuttavia potrebbe essere utilizzato come computer a livello professionale, negli studi privati o nelle grandi aziende.
Altra scelta strategica diventa quindi il posizionamento di Amiga sul mercato.
Conoscere il mercato e le sue esigenze diventa fondamentale per la sopravvivenza della tecnologia Amiga.
"Il successo di una tecnologia è inscindibilmente legato alla conoscenza dei bisogni del mercato, solo dopo una loro precisa individuazione è possibile applicare principi risolutivi originali" (Ferrata)
Nel 1985 l'utente medio cerca la sicurezza di una macchina largamente diffusa, sulla quale reperire facilmente informazioni.
La prima esperienza di utilizzo di un computer avviene normalmente sul posto di lavoro, dove conosce ed impara ad usare un personal computer, generalmente si tratta di un IBM compatibile, ed è quest'ultimo ad aggiudicarsi la definizione di macchina "seria", "professionale".
L'utente che desideri utilizzare un computer in casa, non una macchina da gioco, ma un computer per la contabilità domestica, ad esempio, tende a preferire ed acquistare lo stesso computer che utilizza sul lavoro, perchè lo sa utilizzare e perchè lo giudica "professionale".
Amiga viene presentata sul mercato come macchina da gioco perchè di questo sono convinti gli investitori, viene quindi classificata come "non professionale", risponde solo ad un'esigenza ludica.
Dal momento in cui Commodore decide di svilupparla seguendo il progetto iniziale di Jay Miner, si trova di fronte alla scelta critica di dover selezionare il mercato cui rivolgersi.
Per la sua poliedricità Amiga può essere utilizzata in tanti campi diversi, l'idea affascinante è quella di poter portare sul mercato un computer che, a poco prezzo, si adatti alle piu'svarite esigenze.
Per un ristretto gruppo di utenti ricercatori la proposta non può che essere vincente, ma per la restante parte del pubblico, con una scarsa conoscenza tecnica, Amiga risulta di difficile comprensione.
Amiga 500 e Amiga 2000
Il problema del posizionamento viene risolto con una diversificazione dei modelli.
Nel febbraio del 1987 vengono presentate due versioni di Amiga: Amiga 500 e Amiga2000.
La prima dotata dello stesso hardware dell'Amiga 1000 con una maggiore integrazionedei circuiti le cui dimensioni sono diminuite, e con tastiera, unità centrale e disk-drive compattati in un'unica struttura.
Come Amiga 1000, anche Amiga 500 dispone di un'interfaccia parallela, di una seriale e di connettori per disk-drive esterni e per il supporto delle uscite audio e video. Con 520K di memoria RAM, Amiga 500 costa, nel 1987, meno di 500 dollari.
Amiga 500 sembra essere l'ultimo e piu' fortunato discendente del famoso Commodore 64 che per tanti anni aveva rappresentato la sicurezza economica della Commodore, ma che comincia ad essere sorpassato; la nuova versione di Amiga si inserisce pienamente nella tradizione dei computer low-end della Commodore e, in effetti, ha, come il Commodore 64, grande successo commerciale.
Nel tentativo di sfruttare fino all'ultimo momento il successo del Commodore 64 la casa omonima ha cercato di metterne in commercio delle versioni aggiornate: nel 1984 lancia il Commodore Plus 4, con caratteristiche simili a quelle del 64 (64K di RAM, risoluzione di 320 per 200 pixel); nel 1985 è la volta del Commodore 128, il primo esce quasi subito di produzione, del secondo ne è presentata una versione potenziata un anno dopo: il Commodore 128 D, esteticamente migliore del suo predecessore e piu' funzionale.
Sembra che Commodore si sia affezionata a quella fascia di computers che ha decretato il suo successo a livello mondiale a partire dal lancio del Vic 20.
In realtà, nelle intenzioni della Commodore Il Commodore Plus 4 deve distanziarsi dai suoi predecessori, avvicinandosi di piu' a un personal computer, difficile dire se Commodore non ha presentato il prodotto diverso o se il pubblico è ancora troppo legato ad un'associazione Commodore = home computer, resta il fatto che la macchina non ottiene nessun successo e, come abbiamo già detto esce ben presto di produzione.
Per la stagione natalizia del 1987 Commodore presenta un'interessante promozione: con 1.099.000 Lire è possibile acquistare un Amiga 500, un modulatore TV e lo "scrigno del software", comprendente otto programmi: quattro commerciali e quattro shareware.
Tra i prodotti commerciali vi è un potente e sofisticato foglio elettronico (Logistix), un database relazionale per gestire archivi di immagini (Superbase), il Music Studio, programma per comporre musica, far suonare l'Amiga o controllare sintetizzatori tramite un'interfaccia Midi e, infine, un simulatore di elicottero in grafica 3D.
I dischetti dei programmi "shareware" contenengono programmi scientifici, di utilità, giochi e un programma di grafica pittorica (VDraw).
Amiga 500 viene presentato insieme alla macchina high-end Amiga 2000, versione potenziata della prima Amiga 1000 con la quale condivide il coprocessore, e le prestazioniaudio-video.
Amiga 2000 è inoltre dotata di un sistema di schede addizionali, che consentono di configurare il computer secondo modalità operative diverse.
Amiga 2000 può funzionare in emulazione IBM PC XT e AT, all'interno della macchina è stato collocato un processore Intel 8088 che può funzionare in contemporanea con il 68.000 ed era stato creato un ponte di comunicazione tra i due sistemi chiamato "Ianus", rendendo impercettibile all'utente la differenza del funzionamento di un programma in MS-DOS.
Amiga 2000 appartiene alla fascia degli elaboratori professionali.
Dal momento che nell'immaginario collettivo Commodore è sempre stata associata a macchine low-end e che Amiga 500 sembra seguire la tradizione, anche se con le dovute differenze tecnologiche, sarebbe stato a nostro parere necessario dare una connotazione fortemente diversa ad Amiga 2000.
Portando lo stesso nome della versione low end, si poteva creare un malinteso, il pubblico poteva pensare che si trattasse di una potentissima macchina da gioco.
Di fatto la stessa versione precedente, Amiga 500, si basava su un'avanzatissima struttura architettonica e, potenzialmente, poteva essere usata come personal computer, ma era stata presentata in versione povera, chi la usava non poteva rendersi conto delle sue reali capacità. Bast pensare che Amiga 500 non aveva hard-disk, l'installazione e l'uso dei programmi risultavano quindi lente e difficoltose. Di fatto Amiga 500 venne considerata una macchina per giocare anche perchè Amiga 500 ebbe un impatto notevole nel mondo dei videogiochi: alcuni dei maggiori produttori di videogiochi negli Stati Uniti, come la Bally, la Mastertronic e la Grand decisero di adottare la scheda dell'Amiga 500 per i vidoegiochi da bar. Nel breve periodo Amiga 500, grazie anche alla sua connotazione da video gioco fu un vero successo.
Abbiamo sempre sostenuto la necessità di far conoscere Amiga come un computer polivalente, ma pensiamo che la mancata differenziazione tra le due macchine abbia determinato l'insuccesso di Amiga 2000.
Theodore Levitt ("Marketing thorugh differentiation of anything") sostiene che tutti i servizi e i beni sono differenziabili. Un prodotto è la combinazione di fattori tangibili, e fattori intangibili, questi ultimi creano la differenza tra il prodotto offerto e quello reale.
Come afferma E. Raymond Corey "Key Options in market selection and product planning" un prodotto è l'insieme dei benefici che il cliente riceve quando acquista.
Al momento dell'acquisto il cliente deve soddisfare una necessità piu' o meno latente, nel caso dei computer le sue necessità potranno essere di natura ludica o professionale. Il prodotto che saprà soddisfare la necessità verrà preferito.
A nostro parere il settore informatico non è tutt'ora in grado di accettare una macchina che risponda a tutte le esigenze di tutti i tipi di consumatori, quindi l'idea originaria diJay Miner ( un computer per tutte le esigenze) avrebbe a nostro parere fallito commercialmente.
Inoltre pensiamo che sia controproducente in qualunque caso creare un computer multiuso senza differenziare i prodotti.
Nel caso di Amiga i due prodotti Amiga 500 rispondente all'esigenza ludica, e Amiga2000, computer professionale, si confondono, e non permettono all'utente di individuare con chiarezza il computer che soddisfi le proprie esigenze.
La scelta alternativa poteva essere a nostro parere quella di creare macchine con la stessa struttura interna ma per scopi diversi, studiando appositamente per ogni macchina un'immagine particolare con forti connotazioni.
Il pubblico non può accettare l'idea che un computer da gioco diventi una macchina professionale, al contrario nessuno, o pochi si renderebbero conto del fatto che macchine con scopi diversi condividono in realtà la stessa struttura interna.
Molte applicazioni dello stesso principio si ritrovano nel mercato automobilistico e motociclistico: macchine prestigiose che montano lo stesso motore di un'utilitaria.
Forse sarebbe bastato dare ad Amiga 2000 un nome diverso, presentarla in un diversa occasione, darle in definitiva una connotazione opposta a quello del modello consumer, perché opposta era la fascia di mercato alla quale si rivolgeva, per riuscire a collocarla nel corretto segmento del mercato professionale che le spettava.
La gestione dell'innovazione
Gestire un'innovazione radicale risulta problematico e richiede un'organizzazione globale originale dell'azienda.
Diventa fondamentale capire chi possa trarre i maggiori benefici dell'innovazione tecnologica, quindi una delle prime scelte critiche risulta essere la capacità di tutti i dirigenti di comprendere l'innovazione che dovranno gestire: deve risultare chiaro a tutti i managers che si occupano della pianificazione dell'innovazione come funzioni e quali applicazioni possa sostenere.
Per conoscere il patrimonio tecnologico e sfruttarne appieno le opportunità i managers devono in qualche modo diventare dei tecnici.
Gestire un'innovazione radicale richiede ai managers caratteristiche che normalmente non sono fondamentali nel gestire un qualsiasi altro settore dell'azienda.
Roberts and Marquis, professori della Sloan School of Management insistono su questo punto, sostengono che la R&S soffre di una mancanza di standards of performance, spesso non viene correttamente valutatata perchè manca una vera comprensione del processo, i managers non possiedono le conoscenze adeguate.
Marquis sostiene che esistono tre motivi che spiegano l'incomprensione della R&S:
il primo riguarda il livello di incertezza: è diverso pianificare la produzione per un prodotto conociuto e collaudato rispetto a un nuovo prodotto
la seconda è legata al "Tipo" rappresentato dallo scienziato o ingegnere, questi ultimi si differenziano dai loro colleghi di altre reparti per attitudini, valori, aspettative e motivazioni
la terza è connessa alla capacità di di valutare i risultati considerando che il lavoro di ogni ricerca/esperimento è unico.
.."Proprio il lancio di nuovi prodotti crea le piu' grandi sfide e le piu' grandi difficoltà peril management".
Sia D. Shon (" The fear of innovation" in International Science and Technology, USA november 1966) che A. Wormald ("Managing the scientist" in Management Today, U.K. Febbruary 1969) sostengono l'esistenza di una tensione di base tra la natura delle aziende ormai avviate e la natura delle innovazioni radicali.
Le aziende già affermate desiderano un cambiamento ordinato, prevedibile e pianificabile, senza sorprese nè rivoluzioni.
Tuttavia le innovazioni radicali per loro natura vanno di pari passo con l'incertezza, con i cambiamenti repentini nelle teorie scientifiche, con ordini di modificare il concetto dimarketing, o ancora con radicali cambiamenti nell'organizzazione della produzione.
Haggerty, presidente della Texas Instruments descrive la difficoltà di sostenere un'innovazione tecnologica all'interno di una grande azienda:
"Quando un'organizzazione cresce, diventa piu' complessa. Centinaia e poi migliaia di persone sono coinvolte.. il numero dei clienti aumenta. Le operazioni si espandono in molti stati... Per sfruttare al meglio l'innovazione e arrivare alla grande distribuzione il prezzo deve scendere. I margini tra il prezzo e il costo diventano sempre piu' ristretti. In una prima fase nello sviluppo è piu' importante che i managers siano dei buoni amministratori piu' che dei bravi innovatori. Nella maggior parte dei casi si tende ad affidare il compito ad uno staff per la maggiorparte composto da quelli che io chiamo `administrative managers'".
Haggerty sottolinea come gli innovatori e gli amministratori si differenzino per i valori che sostengono nel loro lavoro.
"Spesso gli innovatori vengono rimpiazzati da amministratori perchè non si rendono conto degli sbagli compiuti. D'altra parte gli amministratori non hanno conoscenze sufficienti per giudicare e rispettare il contributo che gli innovatori possono realmente apportare.Spesso si limitano a incrementare la produzione semplicemente sviluppando prodotti già esistenti, immettendo sul mercato prodotti derivati da un business ormai affermato a diminuire i costi per abbassare conseguentemente i prezzi, tutte cose necessarie, ma che non portano a una vera crescita...
...Proprio perchè sono bravi amministratori, ottengono effettivi risultati nell'organizzazione generale, aumentano il profitto... tuttavia allo stesso tempo si rende l'organizzazione piu' complessa e diminuisce il numero di coloro che sanno come innovare, e l'innovazione diventa piu' irraggiungibile...
...Per fronteggiare la crescita e l'aumentata complessità, l'organizzazione si suddivide ingruppi, divisioni, dipartimenti, il lavoro viene diviso in tante parti che un buon amministratore può meglio controllare.
In questo modo l'azienda rischia di diventare una somma di parti decentralizzate, organizzate primariamente da un punto di vista finanziario".
Burns differenzia due tipi di organizzazione: "enterprise centreds" e "management centred". Nell'organizzazione "management centred" i compiti sono suddivisi in rami specializzati.
Si perde in coesione . Le decisioni vengono prese dall'alto e vengono trasformate in compiti minuziosamente descritti e attribuiti ai vari reparti.
Si tratta in definitiva di un flusso di istruzioni che vengono impartite dal gradino piu' alto a quello piu' basso della gerarchia.
"Entrepreneur centred system" è piu' adatto a situazioni di instabilità, quando i problemi non possono essere risolti semplicemente dividendoli e distribuendoli tra i vari reparti specializzati.
Ogni lavoratore deve svolgere il suo ruolo all'interno di un piu' generale impegno aziendale.
L'organizzazione cessa di essere formale, spesso è necessario rivedere le disposizioni, ridefinire i ruoli. L'interazione corre sia in senso laterale che verticale, la comunicazione tra le persone tende piu' ad essere una consultazione laterale che un ordine verticale".
Presso la Texas Instrument (Haggerty) si è creato un "management of innovation": consiste in una relazione sugli obiettivi di business, un sommario dettagliato sulle strategie che devono essere seguite per raggiungere gli obiettivi, e una serie di programmi tecnici che riguardano diverse funzioni: R&S marketing, produzione.
Questo sistema permette che tutta l'organizzazione sia cosciente dello scopo dell'azienda di realizzare l'innovazione tecnologica e delle conseguenti implicazioni.
Autorità e responsabilità devono essere il piu' possibile legate. Nel caso specifico che stiamo analizzando, la lontananza tra il mondo tecnico e quello manageriale è evidentissima.
Quando cominciarono a sovvenzionare il progetto Amiga, gli investitori pensavano erroneamente di produrre una macchina da gioco, perchè il vero progetto era stato tenuto segreto dai tecnici.
Quando, piu' tardi, la tecnologia fu acquistata da Commodore, i managers, pur avendone capite le potenzialità, la sfruttarono soprattutto come una "play station".
E' a nostro parere evidente che non sia stata creata una strategia adeguata al livello innovativo, che i managers non abbiano saputo essere abbastanza tecnici e, di conseguenza non siano stati dei buoni "innovatori".
A nostro parere è mancato il dialogo, il confronto costruttivo tra i due settori: amministrativo e tecnico, che si sono sempre sentiti in contrasto.
Un sistema "entrepreneur centred" come quello esposto da Burns, avrebbe probabilmente potuto attenuare i contrasti interni.
Significativa, a questo proposito, la tesimonianza raccolta nella videocassetta "The Deathbed Vigil". L'indomani della chiusura di Commodore gli sviluppatori organizzano una festa, una sorta di catarsi: gli sviluppatori, a turno, raccontano delle scelte amministrative sbagliate, delle incomprensioni, esternando tutto il loro rancore contro i managers che, a loro parere, sono responsabili della "morte" (brava Amanda, hai fatto bene ad utilizzare le virgolette! ndPetty) di Amiga .
A riprova dell'importanza della comunicazione tra settore tecnico e quello commerciale, resta la constatazione che le piccole aziende sono piu' innovative delle grandi. Le ragioni sono da ricercarsi nei fattori di scala e nel tipo di mercato di riferimento.
Vendere un'innovazione al grande pubblico è piu' costoso che venderla a pochi.
Spesso il grande pubblico non è in grado di percepire, e conseguentemente di apprezzare il grado di sviluppo tecnologico dell'innovazione.
Quanto piu' aumenta il dislivello tra "quoziente innovativo" dei consumatori rispetto a quello delle innovazioni, tanto piu' onerose saranno le spese di marketing.
In tali circostanze l'azienda innovatrice deve compiere grossi sforzi per identificare i bisogni dei potenziali clienti, per vendere l'innovazione e, infine, per fornire il supporto post-vendita agli utilizzatori.
Le piccole aziende innovative hanno invece il vantaggio doi potersi specializzare in aree produttive che non richiedono grandi sforzi economici per sostenere le vendite e la ricerca ma nelle quali possono tuttavia creare il loro vantaggio competitivo.
La scelta di queste aree dipenderà dall'indice di cambiamento nella tecnologia.
In aree dove il livello di evoluzione è alto, esiste un gran numero di opportunità nella prima fase del ciclo di vita del prodotto: quando le economie di scala sono relativamente poco importanti, le quote di mercato volatili, e il tasso di entrata e uscita dal mercato alto, il successo dell'azienza dipende dalle sue capacità scientifiche e tecnologiche. Inoltre nelle aree con produzione su piccola scala, il mecato è ristretto, gli utilizzatori hanno un alto grado di conoscenza tecnica , in questa situazione, le piccole aziende sviluppano significative esperienze a livello innovativo.
Bibliografia: Rino Ferrata "Innovazione tecnologica-politica di prodotto e strategia di diffusione" Egea, 1989
OCSE, "Conditions for success in technological innovation", Parigi, 1971. Patr.276, pp 32-46.
WJ. Abernathy, J. Utterback, "A dinamic model of process and product innovation by Firms, Omega vol.3, n.6, 1975, pp. 639- 656.
S. Myers, D.G. Marquis, "Succesful industrial innovation: a study underlying innovatin inselected firms", Washington, 1969.
Rogers, Schoemaker, "Communication of innovation", Chicago 1972
J.R. Bright, "Practical technology forecasting", Austin, 1978.