SDR è l’acronimo di Software Defined Radio, ovvero il felice matrimonio tra il segnale radio, transistor, integrati ed il nostro Personal Computer.

 


Nei ricevitori SDR tutta la parte di demodulazione del segnale AM, SSB ecc, il lavoro di filtraggio del segnale, viene affidato alla scheda audio del PC, mentre un circuito elettronico tradizionale si occupa di veicolare il segnale, dall’antenna, all’entrata “audio in” o all’entrata microfonica.
Nella sua versione più sofisticata, il ricevitore SDR può essere interamente comandato dal software, può ricercare la frequenza da sintonizzare con il mouse ed inserire filtri digitali che, se fossero disponibili su un ricevitore classico, costerebbero una fortuna.
Nel campo dell’autocostruzione (homebrew come dicono gli anglofoni) i ricevitori SDR più famosi sono quelli della serie SOFTROCK del grande Tony Parks.
Disponibili in varie serie (c’è anche una versione RXTX) i ricevitori più interessanti appartengono alla serie V6.x, sia per la facilità di costruzione che per la versatilità.
I softrock V6.x sono centrati sulle bande radioamatoriale, permettendone la ricezione con facilità e vengono forniti con tutta la componentistica necessaria (compresi quarzi e bobine) per la gamma che ci interessa.
La grande diffusione che ha avuto questo kit tra gli appassionati è dovuta principalmente alla semplicità dell’assemblaggio, facilitata dal fatto che la componentistica SMD (a montaggio superficiale) è ridotta al minimo, le bobine sono estremamente semplici da avvolgere e la restante componentistica è di tipo tradizionale (a foro passante).
Forse l’unica difficoltà è dovuta alle ridotte dimensioni del circuito stampato che accoglie i componenti solo solo 3,8 cmm. per 4,8 cm.
La faccia inferiore del PCB accoglie tre integrati e dieci condensatori tutti in tecnologia SMD, mentre la faccia superiore vede un solo integrato ed un condensatore a montaggio superficiale.
La restante componentistica, come detto, è di tipo tradizionale e comprende resistenze, condensatori, diodi, due transistor, un integrato regolatore di voltaggio oltre alle tre bobine ed al quarzo che ci permette il centraggio della gamma da ricevere.
Alcuni di questi Kit sfruttano le armoniche del quarzo, per permettere l’ascolto di due gamme.
E’ il caso, ad esempio, del kit per le gamme 40/80 metri che, grazie ad un ponticello sul circuito stampato, può essere velocemente commutato tra le due bande.

 

Ovviamente un circuito così semplice ha stimolato notevolmente la fantasia degli sperimentatori, in Internet circolano varie modifiche apportate ai kit per centrarli su altre frequenze, per migliorare la qualità del segnale fornito alla scheda audio , ecc.
Per quanto riguarda il software, la rete è piena di programmi (anche di OM italiani) e vi consiglio di seguire il sito nella sua sezione software per le future recensioni.
In ogni caso i kit Softrock V6.x sono un ottima base di partenza (anche dal punto di vista economico) per sperimentare la ricezione SDR dei segnali radio.
La loro economicità e facilità di costruzione, la sicura riuscita e la mancanza di una taratura con apparecchiature esoteriche, permettono allo sperimentatore di addentransi con sicurezza nel mondo SDR e costituire un trampolino di lancio per realizzazioni più complesse o all’acquisto di apparecchiature “professionali”.
Concludo fornendovi la documentazione in formato PDF dei SOFTROCK, purtroppo per ora in lingua inglese, ma vi anticipo che ho preparato ed è allegato un “diario di autocostruzione” per guidare lo sperimentatore passo dopo passo, nella realizzazione del piccolo V6.

Fonte: http://www.pcradiokits.it/spip.php?article8