Carissimi Amici e Colleghi ,
con l'approssimarsi della bella stagione e di giornate particolarmente calde e afose inizia la stagione degli incendi boschivi ; piaga particolarmente dolorosa per tutto il nostro territorio nazionale .
Non stò qua ad esaminare le motivazioni e le cause di questi gesti così sconsiderati; motivazioni e cause che possono essere molteplici , ma la cosa più dolorosa è la distruzione selvaggia ed incontrollata della natura e la perdita di vite umane, così come la distruzione di quelle proprietà private che i singoli cittadini hanno edficato con il sudore della fronte e i sacrifici di una vita .
Poichè noi radioamatori , sopratutto nella bella stagione facciamo spesso delle gite in altura , attivazioni di castelli , abazie ecc... un incendio boschivo che interessi la località , meta della nostra attività , può mandare a monte i nostri piani .
Invito quindi tutti coloro che hanno la pazienza di leggere questo post di comunicare tempestivamente , in caso di avvistamento di un incendio , agli organi competenti ( siano essi Corpo Forestale -1515- , Vigili del Fuoco -115- , Polizia -113- , Carabinieri - 112- , Vigili Urbani , organizzazioni di P.C. locali , volontari varii ecc... ) la situazione di pericolo .
Non abbiate paura se la comunicazione potrebbe poi risultare falsa , se il fumo che vedete è di un barbecue anzichè di un incendio non abbiate remore ; meglio mobilitarsi per una tale segnalazione, che per una vera segnalazione .
Riporto di seguito il racconto di una giornata di servizio , nel 2008 , per comprendere meglio la nostra attività contro il fuoco , a favore della natura e della collettività .
E’ come un rito , sempre , tutti i giorni : apro la porta , accendo il condizionatore , dò uno sguardo al brogliaccio e controllo . Oggi sono di servizio in Ufficio assieme ad un altro collega . ” Bene – penso – c’è del lavoro arretrato da sbrigare, iniziamo! ” . Accendo il computer , mi connetto con la casella di posta elettronica per vedere se sono arrivate e-mail dal Comando Provinciale , poi mi collego alla Rete LAN , accendo la macchinetta del caffé e per ultimo accendo il terminale radio e sono investito da un fiume di comunicazioni quasi incomprensibili .
Voci che si accavallano , trasmissioni incomprensibili , suoni fantascientifici escono dall’altoparlante della radio . C’è un caos terribile .
“ Ma che stà succedendo ? “ dico a me stesso .
Do un’occhiata alla stazione meteorologica che abbiamo in Ufficio e che trasmette i dati all’ Ufficio Informatico Meteo del mio Comando : 33 gradi e sono circa le 8.15 .
“Mamma mia – rifletto – speriamo che non succeda nulla di grave oggi e che ci lascino in pace , dopo 2 notti di fuoco, non vorrei che …… “ .
Quando squilla il telefono .
“ Comando Forestale , Buon Giorno sono l’ Ispettore ........ “– dico , con una certa non curanza - .
“Ciao Ispettore. Qui è il Centro Operativo ! Aspetta che ti passo il l’Ufficiale di servizio “ mi dice una voce tra il preoccupato e lo spaventato .
“ Bene “ dico io .
“ Ciao Ispettore, da quanto siete in servizio ?” .
“ Due , io e il mio collega ; perché ? “ .
“ Allora su disposizione del Capo, recatevi urgentemente a (...............) , nella piazza centrale , e mettetevi a disposizione dell’ Ufficiale presente in loco “ mi dice tutto d’un fiato , quasi sussurrato ma certamente da ordine perentorio .
Capisco subito che non c’è un attimo da perdere .
“ Considerami già sul posto “ – rispondo riattaccando ; avverto il collega e siamo subito in divisa .
Mai come questa volta siamo stati cosi veloci , quasi come il trasformista Arturo Brachetti . Prendo subito la portatile , la radio terra-bordo-terra , il gps , la valigetta , il cellulare di servizio : penso velocemente ciò che potrebbe servirmi .
“ Ok pronti “ . “ Andiamo “.
Avvio il mezzo di servizio .
“ Ecco , dimenticavo …….. “
Scendo di corsa e prendo gli occhiali antifumo e la maschera che avevo comprato ad inizio stagione antincendio . Si, è una mascherina dei carrozzieri e dei verniciatori . Pazienza ........ bisogna arrangiarsi .
Esco dal mio Comando con il mezzo antincendio carico d’acqua e aziono la sirena .
Dalla radio del mezzo , ancora voci concitate : veicolari , squadre , pattuglie , Ufficiali , dirigenti ; parlano tutti assieme , non si capisce nulla .
Cerco di mettermi in contatto con il Centro Operativo, ma non ci riesco , chiamo con il cellulare di servizio ma è occupato . Allora opto per il 1515 ma anche questo è occupato .
Mi immetto nello scorrimento veloce e a distanza guardo verso (...............) . Tutta la montagna a fuoco , il bosco .
“ Mio Dio – dico – che inferno “ .
Sento che l’adrenalina stà salendo ; faccio il più presto possibile , impreco contro gli automobilisti lenti .
Non ho mai guidato così veloce , nemmeno quando mia moglie stava per partorire . Iniziano le curve per salire a (............ ) .
Nell’auto tra me e il collega regna il silenzio ; ogni tanto alzo gli occhi per guardare la montagna .
Incrociamo altri mezzi di servizio : polizia , protezione civile , carabinieri , vigili del fuoco , altri mezzi del corpo forestale .
Procediamo tutti a sirene spiegate , veloci ……..
Squilla il cellulare di servizio .
Lo prendo tremando e penso a quale possa essere la novità .
E’ un collega del Centro Operativo : “ Guarda che ci sono dei bambini bloccati in una casa – mi dice con voce tremante - pensaci tu “.
“ Ok , sto arrivando , dimmi dove sono ? ……. pronto ! ……. non ti sento ! …….. cavolo !!! dimmi dove sono ? …… ecco, si , ti sento ……… dove sono i bambini ? ….. quanti sono ? …. Bene , si , arrivo ……. “.
Mangio la strada , non guardo più il contachilometri .
Arrivo in piazza , ma devo rallentare di colpo .
La strada è invasa dalle persone : disperate , che gridano , sguardi spauriti :
“ E’ da questa notte che siamo fuori casa “, “ I bambini hanno fame , hanno sonno “ , “ Che situazione c’è dall’altra parte ? “ , “Quando arrivano i mezzi aerei ?”.
Tante persone si accalcano intorno al mezzo , vogliono notizie , cercano parole rassicuranti .
“ Non saprei , sono arrivato ora ; ma non si preoccupi è tutto sotto controllo “ mento , mi accorgo che sto mentendo spudoratamente , ma sono così convincente che quasi quasi ci credo anch’io .
Richiamo il Centro Operativo : “ Ditemi, i bambini in quale casa sono ? Dove ? “ .
“ Dentro un villino , dove c’è un vallone artificiale , vicino la pineta . Presto che tutto è invaso dal fumo “ mi rispondono dal Centro Operativo .
Parto di nuovo , e si accodano 2 mezzi della polizia municipale , 2 ambulanze del 118 e 1 volante della Polizia di Stato ; procediamo a sirene spiegate , una curva , un’altra curva ……. ecco il villino .
Freno , stridano le ganasce dei freni .
E’ un villino costruito vicinissimo alla pineta ; ecco il risultato di una edilizia selvaggia ed abusiva.
Fuori dal villino una donna stringe tra le braccia un neonato : piange , si dispera e mi dice che 2 suoi figli sono dentro casa ; mi implora di salvarli .
Chiedo del marito e la donna mi dice che quando il fuoco si è avvicinato alla villetta , suo marito ha preso la macchine ed è scappato .
Sono basito .
Guardo tutti i presenti e dico loro : “ Ad un mio cenno si entra !! Ok ? Tutti Pronti ? “
Osservo velocemente la struttura della villetta , cerco di capire da dove entra il fumo , studio le eventuali vie di fuga , faccio cenno agli operatori del 118 di tenersi pronti .
“ Adesso , Ora , Via !!!!!!!!! “ grido come un forsennato .
Entriamo nel villino invaso dal fumo , non si vede nulla .
Mi bruciano gli occhi , ho dimenticato gli occhiali e la maschera , ma non c’è tempo per tornare indietro .
Inizio a tossire .
Chiamo i bambini ; sento che anche gli altri , dentro al villino, chiamano i bambini .
Sento una vocina , un pianto ; entro in una stanza , vedo un’ombra , l’afferro ed esco .
Aria fresca , finalmente …………….………
Guardo : un piccolo scricciolo di quasi 7 anni , annerito dal fumo , mi guarda e piange .
Osservo quegli occhietti : sono grandi , impauriti e vi leggo terrore , paura , smarrimento .
Escono anche gli altri , altri piccoli con loro .
Affido il mio scricciolo alla Mamma , quando un grosso ramo bruciato di un albero di pino d’aleppo si schianta sul tetto del villino fatto di tegole , frantumandole .
Una operatrice del 118 mi si avvicina e mi porge una mascherina d’ossigeno ; la prendo e respiro a pieni polmoni .
Solo adesso mi accorgo che l’operatrice è una bella ragazza dai lineamenti orientali . La ringrazio con gli occhi , lei mi sorride e mi perdo nel suo sorriso .
La confusione che esce dalla radio del mezzo mi riporta velocemente alla realtà .
Tolgo la mascherina d’ossigeno , ringrazio l’operatrice del 118 , risalgo sul mezzo di servizio e mi riporto in piazza in attesa di ulteriori disposizioni .
Appena giunto in piazza , la gente mi fa cenno “ Di là , di là “ mi dicono .
Richiamo il Centro Operativo .
“ Portati su (...............), vedi di fare evacuare le persone del posto, lì la situazione è abbastanza critica . “ è l’ordine .
“ Subito “rispondo con prontezza di riflessi .
Chiamo il collega che si era fermato a parlare con la gente del posto .
“ Svelto andiamo in Località ( ...........) dobbiamo fare evacuare alcune villette . Veloce , dai , sbrigati !!!!! “ dico con autorità .
“ Ispettore ! La seguo con i miei uomini “ mi dice un giovane Capitano dei Carabinieri che era alle mie spalle e che io non avevo visto .
Sono lusingato .
“ Grazie Sig. Capitano, andiamo . Mi segua !!! ……… “ rispondo con una malcelata vanità , rendendomi conto di essere impazzito a rivolgermi ad un Ufficiale con tale autorità .
Parto di nuovo .
Io avanti col mio modesto mezzo e dietro ? ……. guardo dallo specchietto retrovisore : 3 fuoristrada Magnum dei carabinieri colmi di uomini .
“ Ok Ispettore “- mi dico - “ Adesso tocca a te “ .
Arrivo a (...............).
Tutti evacuati ! “ Meglio “ – penso – .
“ Capitano presidiamo la zona ? “
“ Certo Ispettore “ dice il Capitano impartendo repentini ordini ai suoi uomini , che scattano fulminei .
Squilla il cellulare di servizio : “ Ciao , ti chiamo dall’Unità di crisi della Prefettura . Come è la situazione ? “ mi dice una voce che riconosco subito .
E’ un Ufficiale con cui ho collaborato varie volte ed è una persona squisita , educata .
“ Commissario , al momento qui , dove sono io , è tutto a posto . Anzi, ti passo il capitano dei Carabinieri presente sul posto così possiamo coordinarci meglio “ .
Il Capitano parla col mio Commissario , è una scena che non mi voglio perdere e poi dicono che tra le forze di polizia c’è gelosia ed invidia ma noto che l’ unico intento è quello di mettere in salvo la comunità .
Il Capitano mi ripassa il cellulare .
“ Un’altra pattuglia ti darà il cambio - mi dice il mio Ufficiale – Appena arrivano , portati subito nella tua zona che c’è un incendio abbastanza esteso, sul posto vi sono già la polizia municipale , le squadre della protezione civile e gli operatori SAB . “ –
“ Ok Commissario , mi sposto immediatamente , il cambio è arrivato adesso “ .
“ Appena in zona fammi sapere , qui all’unità di crisi vogliono essere subito informati “ .
“ Bene , appena arrivo ti chiamo “ .
Saluto i colleghi del cambio , passo a loro le consegne , mi avvicino al Capitano dei Carabinieri che saluto formalmente e militarmente ; lui ricambia portandosi la mano destra sulla visiera del berretto per poi salutarmi con una stretta di mano e una pacca sulla spalla dicendomi : “ Grazie ! Bravo ! “ .
Rimango stupefatto a queste parole , guardo i suoi uomini che mi sorridono ricambiando il mio saluto e sento che commentano il gesto del loro Ufficiale .
Risalgo sul mezzo e lascio la zona di (...............) a velocità sostenuta ; e dire che non amo la velocità .
Sfreccio tra i tornanti e la sirena si perde in quelle verdi vallate , solitarie , mistiche ma minacciate dal fuoco .
Chiamo a casa e informo che non sarò presente a pranzo e che quel pomeriggio non potremmo andare a mare come programmato .
Avverto la voce rassegnata di mia moglie .
Non penso più a casa , mi concentro alla guida ; gente accalcata sul ciglio della strada che osserva il mio mezzo che sfreccia veloce ; altri mezzi , alla vista del mio , si spostano lasciandomi libero il passaggio .
Dopo un paio di tornanti , ho a vista la mia giurisdizione ; guardo trepidante la zona verso dove dovrebbe esserci l’incendio , forse con la speranza di non vedere nulla , con la speranza che l’incendio sia solo un piccolo focolaio , ma invece noto , a ridosso dell’area demaniale ,una grossa fumata che maestosa si alza verso il cielo azzurro , sgombro di nuvole , dove c’è un sole caldo che picchia .
Do un’occhiata all’orologio ; sono le 14.15 ; “Cavolo – penso – è proprio l’orario giusto per gli incendi “ .
Non so quanti gradi ci siano , ma so che sono tutto sudato , il camiciotto della divisa aderisce al corpo come una seconda pelle .
Procedo veloce incurante di tutto , organizzando , nella mia mente , l’eventuale richiesta di mezzi aerei , ma cosciente che non ve ne è la disponibilità , sono tutti impegnati in altri fronti ed in altre regioni .
Dall’altoparlante della radio escono ancora voci confuse , le comunicazioni si accavallano , non c’è spazio per potere parlare .
E macino chilometri su chilometri ……..
Finalmente dopo circa 20 minuti sono quasi in zona e riesco con difficoltà a mettermi in contatto con i mezzi antincendio presenti in zona .
Così mi informo sulla situazione attuale .
“ Meno male , pensavo peggio ; comunque diamoci da fare “ penso , ma ad alta voce , come per farmi coraggio .
Arrivo in zona e noto la presenza di altri mezzi : protezione civile , carabinieri , operai volontari ma dei nostri mezzi antincendio : nulla , niente .
Organizzo con gli operatori della protezione civile l’intervento ed iniziamo le operazioni di spegnimento .
Il fuoco sta interessando una vallata di sterpaglie minacciando alcune abitazioni ed in alcune di esse vi sono dei serbatoi di gas propano .
Scendiamo giù per la vallata , ci posizioniamo in modo da non essere circondati dal fuoco ed iniziamo a spegnerlo .
Riusciamo a circoscriverlo dopo circa 45 minuti , quando mi giunge da lontano il suono di una sirena .
Guardo e vedo un nostro mezzo antincendio che arriva veloce.
Risalgo e cerco di organizzare le operazioni di bonifica con i nostri operai , mentre le unità della protezione civile riescono a spegnere gli ultimi focolai .
Mi informo da dove vengano ed a quale Comando Forestale appartengano .
“ Ispettore – mi dicono – veniamo dalla provincia , abbiamo sbagliato strada due volte “ .
“ Bene ragazzi , capisco , purtroppo i nostri mezzi sono impegnati a (...............) e dei mezzi aerei non v’è speranza. Comunque diamoci da fare “- dico loro cercando di spronarli nel dare il massimo .
Prendo il cellulare di servizio e chiamo l’unità di crisi presso la Prefettura : “ Commissario , qui abbiamo quasi risolto tutto ; stiamo iniziando a fare bonifica . “
“Ok , bene . Grazie Peppino , sapevo di potere contare su di te “ – mi dice il Commissario .
Sono compiaciuto di me stesso .
“ Come stiamo a (...............) ? “ chiedo .
“ Male , malissimo . Stiamo messi male “ . – mi risponde .
Chiudo il telefono e guardo verso (...............) .
Rimango stupito nel vedere una assurda colonna di fumo uscire da dietro la montagna .
“ Sta bruciando tutto “ – penso , rimanendo ipnotizzato da questa visione di inferno dantesco.
“ Ispettore tutto sotto controllo . Ci siamo riusciti . Siamo unici noi . Vero Ispettore ? “ mi dice il coordinatore della squadra antincendio , richiamandomi alla realtà .
Guardo , e noto che è tutto spento ; solo qualche fumata di ceppi già bruciati .
“ Grazie ragazzi , grazie davvero “ dico riconoscente , stringendo le mani di tutti loro .
Osservo le loro facce : annerite , sudate , stanche , col fiatone ma contenti di avere spento l’incendio .
E pensare che l’indomani uno degli operatori antincendio dovrà convolare a nozze ed invece di festeggiare l’addio al celibato , è con noi , con i suoi colleghi a difendere la natura .
Rimango in zona sino a quando tutti i mezzi vanno via e finalmente mi avvio , verso il mio Ufficio , con il mezzo a passo d’uomo , lentamente .
Entro in ufficio dove trovo i colleghi del turno pomeridiano che stanno rientrando anche loro da un incendio , mi siedo sulla prima sedia che trovo , mi slaccio il cinturone e sbottono il camiciotto della divisa .
Mi accendo una sigaretta e portandomela tra le labbra , noto che le mie mani sono nere di fuliggine , di sporco , di grasso e cenere .
Vado in bagno e guardandomi nello specchio noto di essere nero anche nel viso .
Mi sciacquo velocemente , indosso i vestiti civili mettendo in una sporta la divisa sporca e vado a casa .
In auto guardo l’orologio : le 19.00 . “ Cavolo , già le 7 !” .
Arrivo a casa : doccia , cena e poltrona a seguire la TV .
Faccio zapping nella ricerca di notizie sugli incendi , mentre pian pianino sento il sonno farla da padrone .
Squilla il telefono di casa . Scatto dalla poltrona e mi precipito a rispondere .
Mia moglie e mio figlio si guardano e mi osservano , sconsolati e rassegnati .
“ Ciao Peppino , - mi dice una voce che conosco già e che non promette nulla di buono – abbiamo bisogno di te . Te la senti di andare nuovamente a (...............) ? “
“ Ecco vedi – dico – non sono nelle migliori condizioni , comunque ……. “
“ Tranquillo . Devi solo coordinare la logistica dei mezzi antincendio “
“ Da solo ?”
“ Solo ? No di certo sei con Salvo . Allora che dici ? “
Salvo è il mio più caro amico , lavoriamo sempre assieme e ci vediamo anche fuori dal lavoro , è anche un mio inferiore di grado ma questo non ha importanza .
“ Ok , va bene, dammi 5 minuti e vado in Ufficio “
Mi rivesto , stavolta lentamente e uscendo dopo avere salutato i miei , do uno sguardo al letto . E’ uno sguardo di invidia e di sconforto .
Procedo sulla circonvallazione con lo sguardo alla strada ma con la mente a casa , al letto , ai miei cari .
Scorgo , dalla strada , uno strano bagliore uscire dalla montagna di (...............) .
Capisco subito , realizzo immediatamente che sarà una lunga notte .
Cosa darei per un caffé .
Arrivo in Ufficio e vi trovo il mio collega Salvo che è in ferie ma a causa della situazione d’emergenza lo hanno richiamato in servizio .
In un paio di minuti siamo pronti , avviamo la Panda e ci dirigiamo verso (...............) .
Stavolta solo il lampeggiatore , niente sirena perché sono quasi le 22.
Discuto con il collega della giornata trascorsa , dell’ansia e delle scene che ho visto , noto incredulità e sgomento nel suo volto .
Prendo il microfono e comunico al Centro Operativo che mi sto avviando verso la zona , dove giungo dopo circa 15 minuti .
In un’area attrezzata per pic-nic , momentaneamente adibita a parcheggio dei mezzi antincendio , vedo una confusione terribile . Furgoni , autobotti , auto di servizio . Tutti immersi in una strana oscurità , illuminati solo dai fari dei mezzi antincendio e dalle torri alogene alimentate da un gruppo elettrogeno di circa 5 Kw .
Immediatamente mi rivolgo agli operatori antincendio , mi faccio illustrare la situazione .
“ Drammatica – mi dicono in coro – non riusciamo ad avere ragione sul fuoco “ .
Via radio chiamo i colleghi del Comando competente e noto nella loro voce stanchezza , rassegnazione .
Li informo della mia presenza e poco dopo mi raggiungono .
I loro visi sono sconvolti , anneriti e la stanchezza accentua le rughe d’espressione .
Sembrano dei minatori che escono dalla miniera dopo un crollo .
Mi spiegano cosa fare e mi assegnano un settore di circa 20 ettari da controllare costantemente per evitare riprese del fuoco .
Mi guardo intorno , organizzo gli operai ed entro all’interno del bosco per il giro di controllo con a seguito un’autobotte carica di 4.000 lt. di acqua mista a liquido ritardante .
L’auto procede piano , immersa nell’oscurità assoluta .
Il silenzio è irreale .
Ho già fatto servizio di notte nel bosco , ma un silenzio così …………
Avverto un disagio dentro di me , come se mille occhi mi guardano , mi osservano , mi scrutano .
Con un faretto alogeno illumino il bosco .
Una devastazione totale .
Tizzoni ancora accesi splendono al buio , alberi neri si stagliano come fantasmi alla luce del mio faretto .
Avverto un odore acre , di bruciato , di resina , come in una cattedrale incensata .
Nulla , nulla di nulla durante il mio giro e così ritorno al piazzale dove si alternano i mezzi antincendio , dove le autobotti fanno rifornimento di acqua e di carburante e dove , di tanto in tanto si scambia qualche parole , qualche battuta tra di noi .
Mi riposo sdraiando leggermente il sedile dell’auto di servizio . Mi concedo solo 5 minuti per chiudere gli occhi , ma sento che sto per crollare : non voglio , non posso , non devo cedere al sonno .
Scendo dall’auto , passeggio e mi immergo nel buio totale . Guardo il cielo : limpido , stellato ; una meraviglia . E pensare che a poche centinaia di metri si sta consumando una tragedia dove la vittima è la natura .
Mi volto e , a distanza , osservo gli operai antincendio . Li vedo muoversi affannosamente , agire , discutere , decidere .
Li ammiro questi uomini ; ammiro il loro spirito di sacrificio , il loro credere nella natura , la loro …..abnegazione .
Mi avvicino lentamente a loro e scambio un paio di battute e noto il rispetto che hanno per chi indossa una divisa .
Dalla radio sento delle voci conosciute .
Sono gli operai delle “mie” squadre , quelle squadre antincendio che sono di pertinenza nella mia giurisdizione e che hanno mandato lì per l’urgenza .
Li chiamo , voglio che sappiano che io sono lì , con loro , li esorto a prendere tutte le precauzioni , ad agire in sicurezza .
Mi rispondono . “ Grazie Ispettore , noi siamo al sicuro , ma non c’è modo di spegnere l’incendio . Comunque stia tranquillo che a casa ci aspettano “ .
Dovrei rassicurarmi , ma non ci riseco . Li conosco uno per uno , quei ragazzi ; speriamo che non succeda nulla .
Riprendo il giro all’interno del bosco .
Dopo una curva , vedo le fiamme che tagliano in due la stradella che sto percorrendo .
Sono distante , ma avverto il calore delle fiamme , il rumore dei rami che bruciano . Una fiammata poco distante mi avverte che sono in pericolo , che il fuoco potrebbe prendermi alle spalle e rimanere in trappola .
Velocemente mi allontano e poco dopo il fuoco , avanzando velocemente , circonda il luogo dove ero prima .
Rifletto e vengo posseduto dalla paura .
Adesso mi rendo conto di avere rischiato grosso .
Ritorno al parcheggio e noto che è quasi l’alba .
Mi siedo su di un muretto mentre due fari si stagliano lontani e velocemente illuminano la zona .
Il cambio . E’ arrivato l’agognato cambio .
I colleghi scendono e mi porgono una bottiglietta con del caffé .
Vorrei baciarli per quel goccio di caffé ma preferisco manifestare la mia gratitudine con un sorriso e un “ Grazie “.
E’ amaro , ma va bene anche così ; è come un toccasana , un elisir ; e divido quel goccio di caffé con alcuni operatori antincendio presenti .
Informo i colleghi montanti della situazione , li saluto , saluto tutti gli operatori antincendio , saluto le mie squadre , monto in auto e vado via .
Appena fuori dal demanio , comunico via radio al centro operativo del mio rientro e noto che sulla provinciale c’è un bar appena aperto .
Scendo e prendo un bicchiere di latte , caldo , bianco , con poco zucchero . .
Lo so che siamo in Agosto , che ci sono 30 gradi , ma un bicchiere di latte caldo è necessario .
Mentre lo sorseggio , gustandolo sino in fondo , avverto il rombo di un paio di elicotteri .
“Arrivano i nostri “ penso .
Un altro rombo mi avverte che sono arrivati anche due aerei canadair , a poca distanza l’uno d’altro .
“ Bene – dico al collega – che ci pensino loro adesso “ .
Mentre rientro al mio Comando , sento via radio una prima approssimata valutazione dei danni : circa 450 ettari di bosco , 4 villette bruciate , una decina di cittadini ricoverati per intossicazione da fumo e 3 persone disperse ..... Che disastro !!!
Dopo , in Ufficio , una breve relazione e una bella, rinfrescante e rinfrancante doccia ; così termina questa lunga giornata .
Non vedo l’ora di essere a casa ; mi rendo conto di non avere più venti anni e sono sfinito , ... tutta colpa della vecchiaia , penso .......
Per strada , noto che la città stà per risvegliarsi e inizia la confusione delle persone che si recano in ufficio e di famiglie che , mattiniere , si recano in spiaggia con auto cariche di bimbi , di ombrelloni , di sedie sdraio e di canotti .
Entro piano , siamo in estate ; le scuole sono chiuse e si dorme sino a tardi.
Mi spoglio , cercando di non fare rumore ; controllo mio figlio che dorme alla grande e noto che mia moglie avverte la mia presenza .
Mi corico , stringo la mano a mia moglie e mentre le racconto ciò che è successo , piombo inesorabilmente in un profondo sonno rristoratore .
Ringrazio quanti hanno avuto la pazienza di leggere sino in fondo .
Peppino IT9COG
Fonte: www.radiogiornale.org
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Caro Paolo Mattioli
Sono Giuseppe Colibro, IT9COG e di professione appartengo al Corpo Forestale, rivestendo il grado di Ispettore Superiore, nonchè Ufficiale di P.G. .
Ti chiedo di potere pubblicare quanto appresso scritto sul " nostro " Radiogiornale onde potere sensibilizzare l'opinione pubblica sul disastroso problemi degli incendi boschivi che ogni anno minaccia il nostro patrimonio boschivo .
Ti ringrazio in anticipo e porgo Distinti Ossequi
Giuseppe IT9COG
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