Riportiamo l'esilerante articolo tratto dal numero di marzo di RadioKit Elettronica - L'avevo detto che quello non era il tempo per avventurarsi sul traliccio a riparare le antenne di Don Celeste ma per il mio amico Fausto, antennista attempato, avrei fatto quello e altro. Fausto è l'uomo più buono, competente e taciturno che conosca, ma ha un difetto: non torna mai sui suoi passi. e una volta che ha deciso di fare un lavoro, che piova o tiri vento non cambia idea. Così eccoci sul tetto della sacrestia. imbacuccati come se dovessimo attraversare la Groenlandia. a fare un'opera buona. Perché Don Celeste senza la sua radio accesa in canonica non era più lui, si era intristito e si sentiva assediato dalle attenzioni della perpetua.
Ma soprattutto. non poteva collegare il confratello che stava in una missione dell'Africa centrale. Meglio raccontare la storia per filo e per segno: quando scrivo che faceva un freddo polare, intendo quando i controventi del traliccio sono ricoperti di gelo, quando di muovere il rotatore delle direttive a mano non se ne parla neppure e se cerchi di avvitare qualcosa ti ci vuole un quarto d'ora prima di azzeccare la filettatura perché tremi come una foglia.
Don Celeste però era con noi,. e arrampicandoci in tre lungo i lati dell'imponente struttura disse: "Chi guida dall'alto della sua saggezza le scelte umane?"
E mentre salivamo ci raccontò una sua teoria. seppure ogni tre pioli gli mancasse il fiato, che vaporizzava immediatamente nell'aria. "Il signore mette a disposizione dei volonterosi come voi un beato. Non un santo, perché i beati lavorano molto di più, in quanto i santi si sentono già arrivati, mentre loro. i beati. devono ancora conquistarsi il posto ." Io sorrisi, Fausto fece una smorfia muta e continuò a precederci nella salita. Don Celeste invece rideva di gusto della sua · battuta a metà del traliccio, e mentre io stavo attento a non scivolare, muovendomi lento come un koala su una pianta di eucalipto, lui saliva sicuro che il suo beato l'avrebbe tenuto lassù meglio dell'imbragatura.
Di più, faceva strani discorsi tra il peso dei peccati e quello delle buone azioni. come se il risultato del calcolo potesse far pendere il traliccio da una parte oppure dall'altra. Perché salendo. in effetti il baricentro dell' installazione saliva con noi e le oscillazioni non mancavano. Anzi. aumentavano sempre di più. D'un tratto, con un suono acuto tra il metallico e il musicale, uno dei punti di aggancio dei tiranti a ovest si staccò di netto dalla sua sede e il traliccio si inclinò pericolosamente dal lato opposto al mio, portando Fausto a trovarsi sospeso ma non più sul tetto della sacrestia, bensì quasi nel vuoto.
E qui accadde la cosa più straordinaria che mi sia capitata da radioamatore: Fausto parlò, ma non per dirmi che cosa avrei dovuto fare in quel momento, ma con il prete. Gli disse che si sarebbe confessato e senza aspettare la risposta snocciolò una serie di peccati che mai avrei immaginato potessero appartenergli. Naturalmente Don Celeste, staccando una mano dal traliccio
mi impose il silenzio assoluto e dunque neppure qui potrò raccontarvi che cosa aveva commesso l'antennista nella sua carriera, quando pare andasse ariparare la televisione in casa di certe spose mentre i mariti erano al lavoro. Il prete ascoltò in silenzio e proprio quando Faustò sembrò terminare le parole. mentre il sacerdote pronunciava "Ego te absolvo .. . " il traliccio cominciò a
piegarsi all'altezza della sua pancia appoggiandosi al tetto delicatamente. mentre Faustò si trovò a terra ma in piedi. semi abbracciato a un camino, tutto sporco ma salvo.
Da allora impara a memoria i nomi dei beati che sua Santità annuncia periodicamente. E in chiesa risponde ad alta voce partecipando all' omelia. Don Celeste esiste davvero. Ma perdonatemi. non si chiama così. iw2fhf
Nella foto Don Remo, questa è un altra storia che puoi leggere qui