Era il 1980 - Il Commodore VIC-20 è stato uno dei computer più rappresentativi nella storia degli anni ottanta sia per la larghissima diffusione che raggiunse sia perchè con esso si offriva al tutte le famiglie la possibilità di avere un computer di dimensioni accettabili ed ad un prezzo accessibile.
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Il Commodore Vic 20 nella confezione Europea
Modello: VIC 20 Produttore: Commodore
- RAM: 5kb ROM: 16k
- Color Palette: 16 colori
Suono: 3 canali + white noise Interfaces: Cartridge Port; two joystick ports; composite video output; serial bus connector for floppy disk drive, printer, or other
Prodotto in: USA Anno di produzione: 1981
ASSY n.250403, la famosa CR (altro che CR7) Cost Reduction
Se l'Apple II fu il primo computer a colori venduto ad un prezzo accessibile anche al mercato amatoriale, il Commodore VIC-20 fu sicuramente il primo home computer a colori ad un prezzo veramente conveniente: al suo debutto costava infatti solo 300 dollari, una cifra irrisoria per un computer a quei tempi, cosa che lo portò a diventare il primo dei tanti best-seller tra gli home computer prodotti dalla Commodore.
MOS 6560 (PAL) - La scheda grafica del Vic 20 - MOS 6561 (NTSC)
Il VIC 20 fa il suo debutto nel giugno del 1980 al Computer Electronics Show, ma il suo sviluppo ha inizio quasi per caso due anni prima. La Commodore stava progettando e costruendo il "Video Interface Chip 6560" o VIC1 per il mercato dei videogiochi che però stava iniziando a collassare. Non essendo riuscita a vendere il chip, Commodore decise di utilizzarlo in un home computer poco costoso.
A causa dell'hardware piuttosto limitato il Commodore VIC-20 non ebbe mai successo in ambito professionale, ma era economico, a colori ed aveva una porta per joystick che lo rendeva invece la macchina perfetta per gli appassionati di videogiochi. Presto molti programmatori in erba si cimentarono nello scrivere programmi e giochi per questa macchina, creando un notevole parco software.
Una fabbrica Commodore
La Commodore produsse più di un milione di VIC-20 dal 1981 al 1985 e nei periodi di picco venivano prodotti addirittura 9000 computer al giorno. Il VIC-20 era dotato del famosissimo microprocessore MOS 6502 8bit a 1Mhz che equipaggiava buona parte dei personal computer dell'epoca. Anche Apple ed Atari utilizzarono largamente questo microprocessore. La Commodore stessa produceva questo microprocessore e molti degli altri chip dei suoi computer riuscendo così a ridurre notevolmente i costi di produzione e ricerca e sviluppo così da poter offrire prodotti di buona qualità tecnologica a prezzi decisamente imbattibili.
MOS 6502 - la CPU del Commodore Vic 20
Con il cuore del VIC 20, appunto la CPU MOS 6502 e con l'aggiunta di buona (per l'epoca) grafica e sonoro la Commodore aveva tra le mani un cavallo vincente. Alcune documentazioni riportano che il VIC e il Commodore PET fossero compatibili, ma nella realtà questo non accadde. Il VIC e il PET utilizzavano mappature della memoria completamente diverse. Le istruzioni PEEK e POKE non erano compatibili e il VIC aveva 22 caratteri per schermo, mentre il PET 40. A conti fatti l'unica compatibilità poteva verificarsi con software scritto in un rudimentale Basic 2.0.
Comunque, a parte questa diversità, il VIC era compatibile con la maggiorparte delle periferiche del Commodore 64.
Jack Tramiel, fondatore della Commodore
Il nome VIC significa Video Interface Chip, il circuito integrato che la Commodore aveva svilupato 2 anni prima per il mercato delle console da gioco e che a causa del forte calo nelle vendite nel settore delle console nessun produttore era interessato ad usare. Questo chip rimase progettato ma inveduto dalla Commodore la quale decise quindi di sfruttarlo creandogli un computer intorno.
Jack Tramiel, fondatore, presidente (e anima) della Commodore Computers, disse ai suoi ingegneri che avrebbero potuto utilizzare sulla nuova macchina solo chip da 1k perchè l'azienda ne aveva grandi quantità in deposito e non poteva utilizzarli in nessun altro progetto.
Il boot del Vic-20 e il Basic V.2
Alla fine il VIC 20 si trovò con 5.5 k di RAM, di cui 2 utilizzate dal sistema operativo BASIC. Per sviluppare davvero qualcosa in così poco spazio l'unica via per i programmatori era lavorare in linguaggio macchina.
Ma sfortunatamente 3.5k non erano abbastanza neanche per caricare un compilatore decente e per questo gli sviluppatori spesso erano costretti a scrivere in codice macchina "a mano". Fortunatamente per loro, in seguito, Commodore distibuirà memory cartridge aggiuntive da 3k , 8k e 16k
Indiscrezioni riportano che durante il suo sviluppo il VIC 20 veniva chiamato MicroPET e c'e' anche un lungo dibattito sull'origine del numero "20" nel nome.
I responsabili dello sviluppo del VIC e l'autore di "The Home Computer Wars", Michael Tomczyk, asseriscono che il numero "20" è stata solo una scelta dettata dal caso e dal fatto che "come nome suonava bene".
Il VIC 20 aggiunse altri primati alla Commodore: Il Commodore KIM1, destinato al mercato degli hobbisti, fu il primo computer su singola piastra. Il Commodore PET, destinato al mercato business e ai neofiti, fu il primo computer completo. Il commodore VIC20, per il mercato casalingo, fu il primo computer a colori che veniva venduto come "computer per le masse" ad
un prezzo inferiore a 300 dollari.
Nasceva quindi il VIC-20, una macchina ibrida sia computer sia console: era dotata di tastiera, sistema operativo e linguaggio BASIC incorporato, tutte caratteristiche tipiche dei computer, ma anche di un'uscita video a colori e di una porta di espansione per la quale furono subito disponibili molti videogiochi su cartuccia, proprio come per le console da gioco. Questa stessa porta poteva alloggiare un'espansione di memoria che portava il sistema ad un decoroso totale di 20Kb di RAM, oppure poteva alloggiare cartucce con linguaggi di programmazione, interfacce specifiche oppure poteva essere usata dall'utente per gli scopi più disparati.
Il Commodore VIC-20 discende dalla linea PET/CBM con la quale condivide lo stesso microprocessore e lo stesso linguaggio di programmazione preinstallato, il BASIC 2.0. Nonostante queste somiglianze le macchine erano piuttosto diverse nel resto della struttura, alcuni programmi molto elementari funzionavano su entrambi i computer ma quelli più complessi con chiamate di memoria e di sistema o che facevano uso delle differenti capacità grafiche erano incompatibili.
A differenza della linea professionale PET/CBM il Commodore VIC-20 venne distribuito non solo nei negozi di informatica e di elettronica ma anche nei centri commerciali, nei supermercati e in America addirittura in una catena di distributori di benzina! Sicuramente questo favorì le vendite che decollarono e fece di questo computer una delle macchine più vendute di tutti i tempi.
Cartucce gioco e applicative
Commodore Paddles
Commodore DATASSETTE
Commodore 1541
Grazie al Basic incorporato il VIC-20 si guadagnò in fretta l'appellativo di "friendly computer" per via della semplicità con cui poteva essere programmato da tutti, anche dai bambini. La Commodore forniva anche una notevole quantità di periferiche compatibili con il computer, tra cui il registratore a cassette C2N Datassette, il lettore per floppy disk da 5,25 pollici VIC-1541, modem, stampanti, joystick e paddles più una vasta libreria di software sia su cassette che su cartucce e dischetti.
Per qualcuno il Vic 20 è sempre stata una macchina poco potente e sovrastimata, ma fatto stava che i consumatori ne compravano tante quante Commodore era capace di sfornarne.
Oltre che dal prezzo, i consumatori erano attratti dal VIC perchè molti software venivano distribuiti direttamente su cartucce ROM.
Niente difficoltà di caricamento, niente manualoni da leggere o programmi da scrivere. Bastava infilare la cartuccia e il programma era bello e disponile. L'amichevole Basic 2.0 Operating System del VIC si autoeseguiva ad ogni accensione della macchina, pronto per lavorare. Nessuna periferica era necessaria, bastava solo una TV per monitor.
Infiniti programmatori si sono fatti le ossa su un VIC 20 comprato per Natale o per il Compleanno, anni prima che qualsiasi scuola di informatica potesse offrire un corso di programmazione decente.
Commodore VIC-20 nell'imballaggio per la germania
La versione per il mercato Giapponese
La versione per il mercato USA
Entriamo nel dettaglio delle varie versioni e revisioni:
Commodore VIC 20 / VC 20 / VIC 1001 - Prima serie
I VIC 20 prima serie, oggi i più ricercati dai collezionisti, montavano la scheda madre ASSY n.1001006 del 1980. Le prime schede avevano qualche problema di surriscaldamento e verso la metà del 1981 fu introdotta una versione con dissipatore di calore maggiorato. Queste versioni montavano entrambe la tastiera derivata dai computer della serie PET e vengono oggi definiti "VIC 20 PET style".
Alla fine dello stesso anno fece la sua comparsa la scheda madre ASSY n.324003 che presentava alcuni affinamenti tecnici, una nuova disposizione di alcuni componenti e una nuova schermatura contro le emissioni RF per rientrare nelle nuove specifiche imposte dalla FCC.
ASSY n.324003
Entrambe queste schede venivano alimentate a corrente alternata e si riconoscono dalla presa di alimentazione bipolare. Verso la fine del 1981, la vecchia tastiera fu rimpiazzata con quella di nuovo design che fu poi ripresa anche dal Commodore 64. Inizialmente tutti i VIC 20, VC 20 e VI 1001 adottavano la targa identificativa in alluminio dorato con serigrafia nera. In seguito per il mercato europeo si utilizzò un logo differente con la dicitura "VIC" o "VC multicolore per poi arrivare all'ultimo tipo, in alluminio con scritta in rilievo (come i Commodore 64 seconda serie e i Commodore 16).
Commodore VIC 20 / VC 20 - Seconda serie
Nel 1982 debutta una nuova versione che viene chiamata internamente dalla Commodore VIC 20 CR, Cost Reduction. Scheda madre ASSY n.250403 completamente ridisegnata e più compatta.
ASSY n.250403
Da 32 chip delle vecchie versioni si passa a 26 chip. Nuovo case "slim" leggermente più arrotondato e compatto (-5mm in altezza). Sezione di alimentazione a corrente continua, che permetterà di produrre un unico tipo di alimentatore sia per il VIC 20 che per il Commodore 64. Questo consentì una maggiore standardizzazione della produzione a tutto vantaggio del contenimento dei costi.
Il VIC 20 venne rapidamente distribuito in tutti i mercati mondiali e qualche volta il suo nome veniva cambiato per renderlo "più familiare" ai consumatori.
Ad esempio in Germania il VIC 20 venne chiamato VC-20 perchè il nome originale letto in tedesco aveva
il suono molto simile ad una parolaccia!. Inoltre "VC-20" faceva il verso alla casa automobilistica Volkswagen: come l'azienda produceva "macchine per il popolo" (Volks-wagen) così Commodore produceva "computer per il popolo" (Volks-computer). Inutile dire che fu un successo. In Giappone il VIC-20 era VIC-1001.
La differenza visibile delle 3 schede prodotte
La Commodore, in passato, aveva distribuito il PET attraverso canali estremamente selezionati fatti di rivenditori e punti vendita autorizzati.
Questo dava al PET un'immagine di oggetto per i professionisti a discapito di una vendita di massa. Quando arrivò il VIC, Commodore cambiò completamente strategia: L'obiettivo era vendere il VIC 20 ovunque!
In pochissimo tempo praticamente tutti i negozi e le grandi catene allestirono un'angolo dedicato al VIC. Anche attività commerciali che mai si sarebbero sognate di vendere computer offrivano computer VIC 20...ferramenta compresi!
Ovviamente i rivenditori e i punti vendita autorizzati rimanevano, ma venivano per lo più utilizzati come centri assistenza qualificati e non come punti vendita.
Il tardo 1982 fu però l'inizio della fine: il più costoso ma molto più potente Commodore 64 veniva annunciato.
Non appena il VIC 20 si affermò come bene di massa e molti negozi e molte catene nazionali ed internazionali ne stavano acquisendo grandi stock, iniziarono a trapelare da canali non ufficiali notizie riguardanti la produzione di un nuovo
Commodore. Ciò provocò ovviamente grande eccitazione da parte dei consumatori, ma infinite preoccupazioni per i negozianti che temevano di perdere i soldi (parecchi) investiti nel VIC.
Quando il Commodore 64 uscì sul mercato, il prezzo del VIC-20 calò, come previsto, rovinosamente. I rivenditori con grossi stock a terra di VIC 20 cercarono di non svendere
il prodotto, ma con scarsi risultati. Ormai non c'era più posto per il venerabile VIC sulle catene di montaggio Commodore e gli acquirenti chiedevano a gran voce il Commodore 64.
Quando uscì il Commodore 64 le vendite del VIC-20 precipitarono, il prezzo calò fino a soli 100 dollari, infine il VIC-20 smise di essere prodotto e commercializzato perchè ormai obsoleto. Nonostante questo il computer rimase molto diffuso per tutti gli annni ottanta.
Nel 1984 un mito era finito, ma uno nuovo, più grande stava per nascere: Il Commodore 64.
Alcuni spot pubblicitari degli anni 80 sul Commodore VIC-20
COMMODORE VIC-20 COVER DI CARTUCCE E CASSETTE
COMMODORE VIC-20 SCRENSHOTS COLLECTIONS
COMMODORE VIC-20 PUBBLICITA' E FOTO VARIE
Qui l'elenco delle cartucce prodotte e le recensioni
VIC-20 Cartridge Software Reviews
Emulatore del Commodore VIC 20 sul PC
Qui puoi scaricare un emulatore completo di giochi ed istruzioni per l'uso per rivivere sul PC il Commodore VIC 20
Oggi parliamo del: VIC 20
La Storia della Commodore - Parte 2, il VIC-20
Commodore VIC-20 (VC20) - Replacement 6502 & 6522 + 32Kb RAM Expansion
VIC-20 black screen repair. Bad Basic ROM
Commodore Promotionvideos: Werbung für C64 und VC20
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